Modulo ibrido e adattabilità, è un Palermo camaleontico
La squadra passa dal 4-3-3 al 3-5-2 o al 4-4-2, la scelta è legata al gioco degli avversari
I segreti della risalita nelle idee di Corini.
Trovate le chiavi giuste. Fondamentale la costruzione dal basso ma anche lo spirito di sacrificio del gruppo.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola, scritto da Salvatore Orifici.
L’ultima vittoria del Palermo contro la Reggina ha confermato sempre più l’attuale andamento positivo della squadra allenata da Corini. Il riscatto dei rosanero è avvenuto nella trasferta di Benevento: da lì in poi, hanno ottenuto ben 9 risultati utili consecutivi e tre vittorie di seguito contro Bari, Ascoli e Reggina. I risultati positivi sono arrivati anche grazie a un cambiamento di modulo repentino: Corini, ogni volta che la squadra scende in campo, modifica a partita in corso lo schema tattico, per riuscire a portare a casa i 3 punti. A volte si parla di un 4-3-3, altre di 3-5-2 e, in alcuni casi, di 4-4-2.
Tra tutti questi moduli, la certezza del Palermo rimane il 4-4-2, con Brunori e Di Mariano sempre pronti nelle incursioni offensive verso le difese avversarie. In difesa, Mateju e Sala svolgono sempre il ruolo di terzini difensivi, mentre Valente e Saric quelli di centrocampo. L’unica novità presentata nell’ultimo match contro i calabresi è stata la difesa a 5, per evitare un possibile gol nel finale di partita. Insomma, i ragazzi di Corini si mettono sempre a disposizione del proprio allenatore e, nella pratica, sono riusciti a portare grandi soddisfazioni ai tifosi e allo stesso club.
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