Stadi

Stadi – La privilegiata Firenze e il nuovo Franchi che s’ha da fare

C’è una storia davvero particolare che vorremmo raccontarvi in questi giorni, in cui si parla tanto della candidatura dell’Italia come nazione ospitante dell’Europeo 2032 e di più o meno faraonici progetti di ammodernamento dei perlopiù vetusti stadi di calcio italiani.
La storia è quella del progetto di restyling dello stadio Franchi di Firenze dallo stratosferico costo di circa 150 milioni di euro, una bella fetta dei quali udite udite finanziati dal PNRR, ovvero dal Piano di Ripresa e Resilienza elaborato dall’Unione Europea per sostenere la ripresa post Covid.

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La mission del PNRR

Una bella “furbata” quella di inserire il finanziamento della costruzione di uno stadio di calcio all’interno di un piano che ha sei missioni fondamentali 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4: Istruzione e ricerca; 5: Coesione e inclusione; 6: Salute, tra le quali non rinveniamo nulla neanche di lontanamente accostabile alla finalità della realizzazione di un impianto di calcio.
La vicenda appare alquanto curiosa anche in considerazione del fatto che si finanzierebbe con fondi del PNRR uno stadio di una delle sedi che l’Italia ha scelto per contendere alla Turchia l’assegnazione dell’Europeo 2032, determinando un indebito vantaggio di una delle contendenti con fondi dell’intera comunità europea.

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La questione stadi – Ma ai funzionari di Bruxelles non è affatto sfuggita la questione e già a marzo hanno rilevato all’Italia la problematica, chiedendo l’immediata cancellazione di questo progetto (e anche di quello dello stadio di Venezia) dal lotto degli interventi previsti dal PNRR.
Non passa molto tempo ed è lo stesso ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr a confermare con una nota che lo stadio Franchi di Firenze (come quello di Venezia) non potrà essere rendicontato a valore delle risorse Pnrr e che i servizi della Commissione, a seguito di un ulteriore approfondimento istruttorio, hanno confermato la non eleggibilità di entrambi gli interventi nell’ambito dei Piani Urbani integrati (PUI) delle rispettive città metropolitane”.
Insomma, un buco nell’acqua e anche una brutta figura per l’Italia che ha addirittura determinato il temporaneo blocco dei 19 miliari di euro della tranche dei fondi del PNRR da erogare all’Italia.

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Il nuovo Franchi s’ha da fare…

Ma non è tutto, perché pare che il nuovo Franchi s’ha proprio da fare come richiamato nel nostro titolo, dato che si sta provando a inserire il finanziamento nel Piano nazionale complementare che, se si chiama così è proprio perché complementare al PNRR e dovrebbe quindi essere ispirato dalle stesse finalità non attinenti con la costruzione di uno stadio.
Insomma in conclusione ci pare davvero curioso che per uno stadio, quello di Firenze, per il quale si sta facendo di tutto, lecito o non lecito che sia, pur di trovare i finanziamenti necessari, per un altro ovvero il Renzo Barbera di Palermo si è fatta la gara opposta.
La gara a trovare qualunque motivazione possibile, che sia la lontananza o la condizione dell’impianto palermitano, per giustificare l’esclusione del capoluogo siciliano dalle sedi per la candidatura all’europeo 2032 e quindi da ogni possibilità di finanziamento dei necessari interventi di restyling.

David Majorca

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