Il punto più alto è stato il 25 marzo, poi una discesa costante.
L’esperto: “Non si arriverà presto a zero ma dieci positivi al giorno sono gestibili”

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

Il coronavirus allenta la morsa sulla Sicilia. E, dopo settimane di isolamento forzato a casa, si intravede la luce in fondo al tunnel. Anche se la raccomandazione che arriva dalle istituzioni e dagli esperti è sempre la stessa: non mollare proprio adesso….
Inizia così l’articolo di Salvo Intravaia che sottolinea come l’obiettivo sembra a aportata di mano a patto di non sbagliare adesso e vanificare tutto.
I dati sono confortanti e dimostrano due cose: le misure prese sono state corrette e l’esodo di tanti siciliani verso la Sicilia non ha prodotto il contagio temuto.
Le parole del prof.Vito Muggeo, docente di Statistica all’università di Palermo: “Il nostro dipartimento ha registrato un picco dell’epidemia in Sicilia attorno alla fine del mese scorso: il 25 marzo, per la precisione. Il fatto che le misure di precauzione siano state varate quando l’epidemia non era esplosa e che siano state seguite dai siciliani ha garantito un forte contenimento. All’inizio il tempo di raddoppio dei contagi era di due giorni e mezzo, adesso siamo a 22 giorni: Sicuramente siamo sulla buona strada”.

Un mese fa nell’Isola venivano scoperti quasi otto “ positivi” al virus ogni cento tamponi effettuati. Un dato che dopo due settimane è schizzato al 12 per cento. Da quel momento il numero di nuovi casi, rapportato ai tamponi effettuati, è progressivamente calato, scrive Intravaia che riporta le previsioni del prof. Muggeo per l’immediato futuro: “Il nostro dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche, sta elaborando una previsione. Stimare il momento in cui si verificheranno zero casi non ha senso. Pensiamo invece che tra il 24 aprile e il 14 maggio si potrebbe registrare un numero medio giornaliero di nuovi contagiati pari a 10. Casi che gli ospedali siciliani dovrebbero poter gestire con meno problemi”.
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