Quando riaprire? Parte da fabbriche e cantieri il piano per riaccendere il Paese già entro aprile.
Brusaferro “Il virus rallenta ma solo dopo i dati di Pasqua si potranno rivedere i divieti”.
“Stiamo studiando come muoverci quando la curva dei contagi sarà in discesa.
Non ci sono modelli nel mondo, servirà un piano graduale. L’infezione non scomparirà in tempi brevi. In attesa di un vaccino dovremo adattarci a trovare un nuovo modo di fare tutte le cose che ci piacciono”

Due articoli su Repubblica , oggi in edicola, sul tema delle future riaperture.

Il primo di Annalisa Cuzzocrea, sottolinea che a breve il Governo si pronuncerà sulle future restrizioni da mettere in campo oltre il 3 aprile ma al tempo stesso sta studiando un piano ragionato per capire quando e come si dovrà pensare ad una progressiva riapertura di alcune attività.
Scrive Cuzzocrea, Non si possono tenere chiuse alcune fabbriche del comparto meccanico che sono comunque legate alle quattro filiere protette (sanitaria, agro-alimentare, energia, logistica e trasporti). Potrebbe riaprire la ceramica…..Immediatamente dopo, si potrà pensare all’apertura di alcuni esercizi commerciali: cartolerie, librerie, abbigliamento. Per tutti, ci saranno protocolli nuovi: distanziamento e mascherine ci accompagneranno ancora per lungo tempo…. Le attività per le quali è più difficile immaginare oggi una ripartenza, oltre chiaramente a quelle turistiche, sono i ristoranti, i bar, i cinema. Con l’arrivo dell’estate si può immaginare di favorire il servizio all’aperto e il distanziamento all’interno, ma non è semplice. Così come non è semplice riaprire tutte le attività ambulatoriali o semplicemente parrucchieri ed estetisti. .
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Il secondo articolo è un’intervista di Michele Bocci al presidente dell’Istituto superiore di sanità, Brusaferro che detta i possibili tempi della riapertura del paese Italia, in chiave sanitaria.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente su Repubblica, in edicola:
“Intanto arriviamo fino a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere. Più preciso non riesco ad essere perché su questi temi non è possibile dare una risposta secca, va vista l’evoluzione dell’epidemia… Dobbiamo osservare un aumento quotidiano dei casi inferiore a quello delle 24 ore precedenti per alcuni giorni consecutivi. … Stiamo studiando adesso proprio questo aspetto, per capire come muoverci una volta che la curva sarà in discesa. Purtroppo nel mondo non ci sono esempi da seguire, saremo i primi a fare un’operazione del genere e stiamo studiando vari modelli. Il problema è capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non ritorni a crescere. Certamente le riaperture avverranno in modo graduale e dovremo organizzarci per essere capaci di intercettare rapidamente eventuali nuove persone positive. Stiamo anche valutando un’idea degli inglesi, quella dello “stop and go”. Prevede di aprire per un certo periodo e poi chiudere di nuovo… Credo, più che da medico da osservatore, che questa infezione globale che per sua natura incide su aspetti importanti delle relazioni e dei contatti tra le persone, non scomparirà in tempi brevi. Ci costringerà quindi ad immaginare un futuro diverso, almeno finché non arriverà un vaccino oppure un farmaco efficace contro il coronavirus.
Penso ad attività come ascoltare un concerto o socializzare. Andranno fatte in una forma che ci aiuti a non far ripartire l’infezione. Ci vuole creatività”.

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