Venerdì 9 dicembre alle ore 20:00 andrà in scena Olanda-Argentina, prima delle quattro gare valevole per i quarti di finale dei Mondiali in Qatar 2022. La sfida rievoca inevitabilmente la finale dei Mondiali del lontano 1978 in Argentina in cui a vincere furono proprio i sudamericani.
Argentina-Olanda, la finalissima
L’Olanda, allora allenata da Ernst Happel che li aveva guidati quattro anni prima, disputava la sua seconda finale consecutiva dopo quella persa nel ’74 contro la Germania per 2-1. Stesso epilogo, ma con risultato diverso: al termine dei tempi supplementari il tabellino dello stadio El Monumental di Buenos Aires indicava 3-1 Argentina. A segno per la formazione Albiceleste, allenata da Cesar Menotti, Kempes (con una doppietta) e Bertoni. Per gli Orange il gol del momentaneo 1-1 arrivò all’82’, firmato da Nanninga.
Orfani del fuoriclasse Cruijff, gli olandesi seppero comunque rendersi pericolosi e altamente competitivi contro un’avversaria altrettanto equilibrata e ben organizzata soprattutto nel reparto difensivo. Lo hanno ampiamente dimostrato i due terzini Olguin e Tarantini, che vantavano la migliore condizione fisica in tutto il torneo.
Una finale combattuta da ambo le parti nel primo tempo, da un punto di vista offensivo, un po’ meno nella ripresa quando la stanchezza iniziava a sortire i primi effetti e gli avversari si alternavano nell’abbassare il baricentro e nelle ripartenze frutto di una reazione di inerzia. Davanti gli 80mila spettatori le due squadre vanno oltre i tempi regolamentari. Al 104’ Kempes, servito da Bertoni, sorprende il portiere avversario e segna il gol del definitivo 3-1, infrangendo così il sogno olandese.
Il riscatto a Qatar
Dopo diversi anni e con qualche cambio sia tecnico, sia tattico, l’Olanda è pronta a riscattarsi domenica sera in un quarto che, nei fatti, sa tanto di “finale 2.0”. Da una parte van Gaal che può contare su una coppia d’attacco più che promettente, dall’altra Scaloni che si affiderà al suo fuoriclasse Lionel Messi, decisivo e letale sotto porta, che con il gol inflitto all’Australia ha detto per l’ennesima volta “io ci sono”.
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