Palermo Venezia

“364 giorni ci si dimentica di Palermo, 1 giorno c’è bisogno dell’applauso di Palermo”. Forse avrebbe esordito così in conferenza stampa, se ci avesse letteralmente cacciato fuori ieri dai Mondiali, il giocatore probabilmente più forte che il calcio abbia mai conosciuto; si tratta di Diego Armando Maradona.

Le dure parole di Maradona

Si perché usò realmente queste parole, ma i soggetti erano differenti: erano Napoli ed i napoletani, e non il capoluogo siciliano. Anche le circostanze erano differenti; El Pibe de oro pronunciò questo celebre aforisma alla vigilia di una semifinale Mondiale, e non prima di una partita di Qualificazione. Quando lo stesso Maradona, mise a segno il rigore decisivo che eliminò l’Italia dai Mondiali ad un passo dalla finale, le Notti magiche italiane del 1990 diventarono immediatamente tragiche. Fu uno squarcio quel penalty, una pugnalata nel cuore di quasi ogni singolo italiano, un taglio netto, simile a quelli realizzati, su tela però, da un altro argentino, un pittore: Lucio Fontana. Ma come mai non tutti i supporters degli Azzurri non si disperarono? La risposta è semplice.

Diversi napoletani presenti e non allo stadio San Paolo, in quella torrida notte estiva del 3 luglio, non rimasero così delusi. Avevano in ogni caso assistito alla vittoria non dell’Argentina, ma del proprio idolo, del proprio mito; forse l’unica persona in grado di farli sentire uniti al resto d’Italia. L’unico essere umano che già da qualche anno aveva scritto il nome di Napoli e dei napoletani, sulla cartina geografica e su quella calcistica. Era stato in grado in soli 6 anni, di liberare dal peso dell’emarginazione una squadra, una società ed una popolazione intera. Quelle parole dette prima del match, avevano riempito d’orgoglio il già rovente animo partenopeo. Ora vi chiederete perché questo noioso e lungo paragone? Perché Palermo non può essere grande una sola notte, e forse il fato, oltre che le errate scelte tecniche e di gestione, ci ha fatto vivere forse una delle peggiori pagine calcistiche di sempre nel calcio italiano.

La magia di Palermo e dei palermitani

Palermo ed i palermitani, è forse giusto che splendano 365 giorni l’anno, e non solamente per le grandi occasioni, e ieri si è visto. Il calore con cui è stata accolta e avvolta la Nazionale è stato a dir poco incredibile…i 33mila spettatori sembravano quasi 100mila, ma non è bastato. Forse perché molti dei giocatori che ci rappresentano in Europa e nel mondo non sono abituati a palcoscenici così caldi ed esigenti. O forse perché questi calciatori non sono abituati a vivere questa città e questa gente, perché da 3 anni e anche più, se non da sempre, Palermo è una scritta opaca sulle mappe calcistiche e geografiche. La tragedia sportiva a cui abbiamo assistito ieri sera risulta ancor più beffarda se si guarda al tabellino dei marcatori…Aleksandar Trajkovski. Ad eliminare l’Italia dai Mondiali in Qatar ci ha pensato uno degli ex “palermitani”, seppur non essendo Maradona, non avendo pronunciato la stessa frase ed avuto la stessa influenza ed importanza per Palermo. Ma il macedone è uno degli esempi di quando ancora i rosanero, questa terra e questa gente, contavano qualcosa.

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