baldini

Il tecnico del Palermo Silvio Baldini è intervenuto nella consueta conferenza stampa post-gara per parlare del match, valevole la 33a giornata di Serie C Girone C, contro il Potenza, terminato con il risultato di 2-2. Ecco le dichiarazionidel tecnico di Massa Carrara

Le dichiarazioni di Baldini

“Nel primo tempo l’unico giocatore di cui non ero contento era Felici. Appena l’ho cambiato gli ho chiesto quanti cross aveva fatto, quante punizioni aveva preso, quante volte aveva preso. È successo un po’ come a Foggia, perché lì aveva fatto il difensore mentre oggi non era né carne né pesce. È un problema di atteggiamenti: ci sono tanti ragazzi qui che non appena non giocano si offendono. Ho la voce rauca perché ho dovuto dare una lezioncina a tutti, perché io non ho voglia di fare la figura del pagliaccio. Negli ultimi 10 minuti abbiamo fatto tre gol, e non esiste questa cosa. Bisogna assumersi la responsabilità, e c’è gente che questa maglia non la merita”.

“Quando loro hanno sbagliato il 3-0 volevo prendere il taxi e tornarmene a casa. Martedì ho fatto vedere ai ragazzi la foto di mia figlia, la figura di un mostriciattolo. La vedo come la cosa più. Ho detto: come vedo lei, bellissima, vedo voi che dovete essere bellissimi. Evidentemente mi sto sbagliando a considerarli tali. O forse sbaglio a convincermi che un mental coach o tante cose che vedo in allenamento mi rendano orgoglioso. Io voglio che il Palermo possa perdere, ma che lo faccia a testa alta. Deve giocare come negli ultimi 20 minuti. Io non voglio stare ad aspettare che capiti l’episodio”.

Come mai prendiamo sempre gol al primo tiro avversario e noi prendiamo sempre traverse e sbagliamo reti? Perché siamo sfortunati? Se abbiamo pareggiato è grazie al Padreterno. Sono contento perché ci hanno seguito molti tifosi. Io, anche se non sono di Palermo, rispetto al massimo questa città. Io sono un vero signore siciliano, e sono amico sia con chi ha problemi con la giustizia sia con chi fa il poliziotto. Dobbiamo fare un patto con i ragazzi: imparare a onorare una maglia. Ma non la maglia rosanero, ma la maglia della passione. Mi hanno regalato un libro di Caminiti che affianca la maglia rosanero all’amore, e questo credo che debba entrare nella testa dei ragazzi. Ho dato possibilità a tutti di giocare, dunque non è problema di chi gioca o chi non gioca”.

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