Abbandonata in barella per 30 ore. Sembrerebbe l’inizio di un racconto del terrore, ma è quanto realmente accaduto ad una ginecologa all’ospedale Villa Sofia di Palermo.
La specialista, Sara Ansaldi, scrive blogsicilia.it, ha raccontato la sua surreale esperienza. La donna asserisce di aver trascorso “due giorni in ospedale al freddo e senza cibo” dopo essere entrata al pronto soccorso per un dolore sciatico acuto che le aveva provocato una paralisi per ben 3 giorni. La dottoressa ha lamentato le forti carenze del servizio ospedaliero e dello staff che avrebbe dovuto soccorrerla. Conclude, poi, sarcasticamente sulle condizioni della sanità nel sud Italia definendola “terzomondista”.
La replica di Villa Sofia
Alle lamentele e le critiche della ginecologa ha fatto eco la risposta dell’azienda ospedaliera Villa Sofia. L’azienda in maniera dettagliata ha fatto chiarezza sulle condizioni della paziente e sulla situazione che si è creata.
L’azienda ospedaliera ha prontamente sottolineato che la “la paziente ha rifiutato il ricovero ed ha scelto di rimanere allo scopo di potere essere sottoposta a terapia antalgica”. La permanenza della donna in area di emergenza, in seguito al rifiuto del ricovero ha complicato la situazione, dato che l’area “non è deputata per sua natura alla sosta di codici bianchi che vanno ricoverato o dimessi”
“La paziente in questione è giunta in Pronto Soccorso per un’esacerbazione di dolore lombare dovuta ad una patologia cronica” spiegano da Villa Sofia. Aggiungendo, dunque, che sono stati effettuati tutti gli accertamenti e le consuete visite per poter intervenire adeguatamente.
Il nucleo ospedaliero, inoltre, ha manifestato il proprio rammarico per il trattamento subìto dalla paziente, sottolineando altresì “l’attuale situazione di sovraffollamento del Pronto Soccorso connesso anche alla costruzione della camera calda”.
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