Palermo

Palermo – Tedesco, Vasari e quello show contro l’Avellino.

Ventisei anni fa una squadra di «picciotti», adesso solo uno.
Il paradosso attuale. Nessun palermitano in campo quest’anno, Accardi è l’unico ed è ancora infortunato.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

L’articolo di Carlo Brandaleone, nella sua consueta rubrica “Petali di Rosa“, è il ricordo di una partita indimenticabile nella stagione del Palermo di Arcoleo, il Palermo dei picciotti. Ma è anche l’analisi di una situazione in essere e cioè di una squadra che quest’anno ha un solo giocatore palermitano, Accardi, che ancora non ha messo piede in campo. Stessa cosa per l’altro palermitano, il giovane Corona, aggregato in prima squadra.

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Eppure ci fu un tempo che il palermitano era la lingua madre dentro lo spogliatoio: il Palermo del 1995, che arrivò ottavo in classifica ma a lungo stazionò nelle prime posizioni facendo sognare la serie A ai tifosi. Ma era un organico costruito in economia dal presidente Ferrara che ave rilevato le quote di Polizzi. La squadra fu affidata ad Arcoleo ed aveva in organico gente di tutti i quartieri: Vasari dal Borgo Vecchio, Galeoto dall’Arenella, Tedesco da Pallavicino e lo stesso Arcoleo da Mondello. Ma c’erano anche i palermitani Assennato, Pisciotta, Di Somma e Lo Nero. L’articolo parla nel dettaglio della gara di 26 anni fa, un Palermo-Avellino finito 3-1 che lanciò i rosanero al 5° posto. Il girone di ritorno fu una catastrofe e probabilmente, come ammise lo stesso Arcoleo, perchè tutti si erano montati la testa.

 

 

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