Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, la sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Palermo, ha sequestrato un patrimonio di 150 milioni di euro a Carmelo Lucchese, il vero e proprio “re” dei supermercati di Palermo e provincia. L’accusato, ne aveva infatti ben 13, tutti sotto la protezione e la tutela della società Gramac Group Srl, adesso affidata ad un amministratore giudiziario che garantirà il lavoro agli operai della stessa.

L’aiuto della mafia

Carmelo Lucchese, senza alcun precedente penale, è stato accusato da alcuni pentiti. Da tempo, il proprietario dei 13 supermercati aveva contatti con la mafia e con Cosa Nostra, che gli aveva permesso di espandere il proprio impero economico e di comprare molte altre attività commerciali. Come anticipato, alcuni pentiti avrebbero riferito tutto alla Polizia. Negli anni, la mafia di Bagheria, aveva permesso all’imprenditore di espandersi nel settore e di ricevere aiuti finanziari. In cambio di favori, Lucchese assumeva alcuni familiari delle famiglie mafiose nei suoi punti vendita.

Un legame da tempo

La Gamac Group Srl, ha sede a Milano e gestiva appunto i 13 supermercati tra Palermo, Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese. Come detto, il noto imprenditore non era mai stato accusato prima, ne aveva avuto dei precedenti penali, anche se da tempo era sospetto un legame con Cosa Nostra.

Il rifugio ad un mafioso

Il signor Lucchese, inoltre, sarebbe stato accusato per aver dato rifugio e Bernardo Provenzano nel suo periodo di latitanza. Grazie all’aiuto dei clan, la società che fa capo a questi supermercati, avrebbe fatturato nel 2019 addirittura ben 80 milioni di euro, passando dall’essere una piccola impresa di famiglia, ad una in forte sviluppo a livello nazionale.

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