Continuano le indagini sul giallo di Caccamo che attualmente presenta ancora diverse lacune che potrebbero essere colmate a seguito dell’autopsia e dai rilievi sull’auto de ragazzo. Secondo il gip di Termini Imerese Angela Lo Piparo: “Non può escludersi che il ragazzo sia stato coadiuvato nell’azione successiva, quella relativa all’occultamento degli elementi di prova”. Le domande ricorrenti sono: “Com’è stata uccisa la ragazza? Chi ha aiutato Pietro?”
Dalla ricostruzione del gip è emerso che: “Il padre alle 6 aveva parlato con il figlio, avendolo visto turbato. Pietro gli aveva detto che era successa una cosa bruttissima: mentre si stava preparando una sigaretta la sua fidanzata si era cosparsa di benzina e si era data fuoco. Ha affermato che né lui, né la moglie o la figlia si erano accorti dell’orario di rientro di Pietro. Lo aveva visto la mattina in pigiama e vestaglia, a letto”; ricostruzione venuta fuori a seguito delle dichiarazioni del padre del ragazzo.
I carabinieri hanno inoltre sequestrato tablet e cellulare di Morreale, entrambi trovati senza sim né scheda memoria. Attualmente invece sono in atto i rilievi sull’auto del ragazzo per accertare se il corpo senza vita di Roberta sia stato trasportato a bordo della Punto.
Anche dalle dichiarazioni della madre di Pietro emergono delle contraddizioni. La donna ha parlato di atteggiamenti violenti del figlio ma poi li ha giustificati dicendo: “Pietro mi aveva raccontato che lei lo aveva stuzzicato con dei pizzicotti, ne avevo parlato con la madre di Roberta, con cui avevo chiarito la situazione, in quanto la ragazza si era assunta la responsabilità di aver provocato la reazione del figlio”.
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