Quando il calcio sembrava un lontano ricordo, mancava eccome nelle nostre case. E vedere anche solo una partita alla Tv sembrava come il graduale ritorno alla normalità. Ma quella che si vive oggi, alle prese con un virus, i cui contagi continuano a crescere di giorno in giorno, è la normalità del calcio?

Palermo-Turris è la follia del calcio. Ci sono troppe cose che non tornano

E’ calcio essere costretti a schierare la squadra della Primavera per ottenere il numero minimo di giocatori in campo per non incorrere in un 3-0 a tavolino ed esser così “puniti”, dopo essersi giocato quello che ormai tutti chiamano bonus? E’ giusto mettere in pericolo la salute dei calciatori, come se fossero carne da macello?

Oggi ha senso parlare di  cronaca di un disastro annunciato, tutto sembra  ora imprevedibile con l’incertezza delle regole e delle norme, con Leghe diverse alle prese con i protocolli che vanno cambiando di giorno in giorno e con i rinvii delle gare sempre più frequenti.

Quando il calcio diventa follia: storia di Palermo-Turris

Ci saranno squadre che si ritroveranno a punteggio pieno con la fortuna di giocare tutte le gare, con la caparbietà di chiudersi in questa sfera di cristallo e di non avere contagiati in squadra, chi si trova ultimo per demeriti avrà anche fatto i conti con il virus e dovrà recuperare tantissime partite.

E’ un virus che non guarda in faccia nessuno: non esistono campioni immuni dal contagio, misure di sicurezza o di controllo impermeabili. Prendere il coronavirus, in fondo, occorre sottolineare, non è sinonimo di imprudenza.

Adesso quindi la domanda sorge spontanea, come un eco che rimbomba in lontananza anche tra i tifosi più affezionati e che soffrirebbero senza lo sport che li fa davvero sognare, senza urlare quel “goal” alla domenica, quanto ancora potrà resistere il sistema calcio senza misure chiare e incontrovertibili? Giusto concludere i campionati?

Non terminare i campionati sarebbe la morte del calcio stesso, dello sport. In ballo ci sono gli Europei, nessuno potrebbe permettersi di metterli a rischio una seconda volta.  A costo della salute di alcuni calciatori e categorie.

La misura dell’emergenza con il caso Palermo e Genoa lo si è visto con la lente d’ingrandimento, partite che se giocate, con uomini decimati, rischiano di essere falsate. E’ questo lo spirito dello sport? E’ questa forse la misura vera della crisi: prendere decisioni che possono costare care… e pagare qualcosa.

Qui forse ne va sia del sano divertimento di un tempo ma soprattutto di alcuni principi.  Vale la pena giocare ad ogni costo?

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