Palermo

Ogni anno almeno una società non supera i danni della caduta: il paracadute non basta. Troppa differenza di risorse tra le categorie.
E chi ha una gestione alta fatica a resistere.
SCENDERE DALLA B PORTA AL DISSESTO E I CLUB SALTANO: ULTIMO IL TRAPANI.

Alle radici di una crisi. La Lega Pro soffre da anni e necessita di una riforma. Ma dove nascono le tante difficoltà delle società?
Proviamo a spiegarlo con questa inchiesta, che sarà distribuita in quattro puntate, una per tema: partiamo con i guai che affronta chi retrocede dalla B, poi parleremo delle poche risorse, dei danni causati dal Covid e della politica sui giovani che non funziona.

Interessante inchiesta realizzata da Nicola Binda per la Gazzetta dello Sport, che si pone un obiettivo importante e cioè spiegare perché molte squadre in Serie C soffrono e… falliscono.
Nella prima puntata, fari sul primo motivo: la retrocessione dalla B.

Che la retrocessione dalla B sia un vero trauma economico lo dicono i numeri: negli ultimi 15 anni sono retrocesse 55 squadre e di queste ben 27 sono andate incontro a un dissesto finanziario spesso sfociato nel fallimento… Delle 28 società che sono riuscite ad assorbire la retrocessione, in poche hanno ammortizzato bene la situazione. Tante hanno fatto fatica e magari la stanno facendo tutt’ora, ultima il Livorno, scrive Binda.

Perchè c’è un enorme dislivello fra chi sale e chi scende e parafrasando un celebre film si potrebbe dire che chi sale brinda 2 volte, per la promozione e per i maggiori incassi.
Ma anche chi scende piange 2 volte: per la retrocessione sportiva e per la perdita di introiti.
Per questo è stato introdotto il paracadute che in C però ha un peso relativo.
Ed anche un’analisi su chi sale in C dal dilettantismo.
Passare da un campionato dilettantistico a uno professionistico fa raddoppiare i costi dei tesserati, viste le tasse. E poi ci sono molti altri costi accessori che nei dilettanti non ci sono. Per questo, capitano casi di società che, dopo aver vinto il campionato, scelgono di rinunciare (ultimo il Campodarsego). Scelta triste, ma comprensibile. Per questo, una categoria cuscinetto semiprofessionistica aiuterebbe, scrive Binda in conclusione del suo primo articolo sul tema.
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