Palermo Mattarella

E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per i 9 haters, tra cui due palermitani, che avevano insultato sui social il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il gup Giuliano Castiglia dovrà stabilire la data dell’udienza preliminare e, successivamente, decidere sul possibile rinvio a giudizio. Le accuse, punibili potenzialmente con 15 anni di carcere, sono molto gravi: attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio del nostro Capo dello stato e istigazione a delinquere.

L’inchiesta era esplosa 2 anni fa in seguito all’opposizione di Sergio Mattarella alla proposta di Paolo Savona come ministro dell’Economia, alimentata dal Governo composto dal Movimento 5 Stelle e la Lega e capitanato da Giuseppe Conte. La diatriba, aveva generato non poche polemiche sui social e lasciato spazio a dei commenti davvero spregevoli; alcuni dei quali, proprio contro il presidente della Repubblica.

La richiesta di rinvio a giudizio è stata notificata ai palermitani (2 coinvolti al processo) Manlio Cassarà di 41 anni e Mirko bonomo di anni 31, oltre che agli altri 7 protagonisti dell’attacco mediatico. Tra il 25 e il 28 Maggio il signor Cassarà, così si esprimeva su twitter nei riguardi di Mattarella: “La mafia ha ucciso il Mattarella sbagliato”. Mentre Bonomo scriveva su facebook: “Dovresti sputarti in faccia da solo, guardarti allo specchio e dirti: sono uno che non vale niente, sono solo un mafioso con giacca e cravatta! Sei una vergogna per tutta Palermo essendo che sei un nostro concittadino! In confronto alla buonanima di tuo fratello ucciso dalla mafia tu sei solo un verme. Gorverno ladro”.

Frecciate, erano arrivate non solo dai due uomini del capoluogo siciliano, ma anche dal signor Calabrese (uno degli accusati) che questa volta commentava altri post su facebook, scrivendo: “Dovremo far fare la fine del pezzo di m**** del fratello”. Sullo stesso social si leggevano ancora altri commenti disumani, questa volta arrivati dalla tastiera di un certo Zanrosso: “Ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?”. La pena, come scritto sopra, può essere molto pesante e arrivare fino a 15 anni di carcere.

(Fonte: PalermoToday.it)

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