In questi giorni di emergenza coronavirus Palermo si è svuotata. Sono poche le persone che escono di casa, quasi tutte per motivi di lavoro. Attraversare le strade deserte di una città fra le più caotiche al mondo, restituisce la visione di una realtà surreale. Qualcosa che difficilmente si potrà dimenticare.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Salvo Martorelli, che ogni giorno esce di casa per recarsi al lavoro:
“Lavoro in una farmacia di Palermo, mi occupo del  magazzino farmaceutico e della consegna dei farmaci a domicilio, alternandomi con un collega. Da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus le consegne sono notevolmente aumentate. Arrivano richieste soprattutto da parte di persone anziane che vogliono evitare di uscire. Indosso sempre mascherina e guanti ed osservo il metro di distanza dalle persone, ma nonostante tutte le precauzioni c’è sempre la paura di poter essere contagiato. Attraversare le strade deserte di Palermo da un lato mi rassicura, perché l’osservanza delle restrizioni è l’unica maniera che abbiamo per sconfiggere il virus, ma d’altra parte vedere la mia città così desolatamente vuota mi procura una profonda tristezza. Sembra di stare dentro un film apocalittico. Forse è peggio di essere in guerra, perché combattiamo contro un nemico invisibile e non sappiamo da chi dobbiamo nasconderci.”

Cosa ti sta insegnando questa esperienza?
“Mi sono reso conto che il virus non fa differenze fra la gente e che l’odio e le divisioni non portano a niente. Spero che tutti capiscano il vero senso della vita. Quando tutto questo finirà, dovremmo cercare di non alimentare tensioni fra di noi per questioni a volte veramente inutili. Quello che sto imparando è che oggi ci siamo, ma del domani nessuno ha certezza. Dobbiamo imparare a vivere meglio il presente. Purtroppo non sono ottimista, credo che alla fine non tutti diventeranno persone migliori. Forse all’inizio, poi si dimenticherà tutto e si riprenderà a vivere nuovamente con i difetti e gli egoismi di sempre.”

Cosa farai quando si tornerà alla vita normale?
In questo periodo mi manca moltissimo la mia vita di prima. Poter stare con gli amici, mangiare una pizza con loro ed andare allo stadio. Ho imparato ad apprezzare tutte quelle piccole cose che prima mi sembravano scontate. Voglio riabbracciare i miei amici e voglio tornare allo stadio. Rivedere giocare il Palermo, la mia squadra del cuore mi manca moltissimo.”
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