Lavoro per la guardia di finanza che nella giornata di ieri è stata chiamata in causa. Case di riposo e società fallite, circa un milione di Euro di passivo tra riciclaggio e autoriciclaggio, alcuni vecchi maltrattati e legati dal personale sanitario. Questo è quanto emerso dalle indagini della finanza che ha eseguito pure 6 arresti legati alla casa di riposo “Aurora” di Via “Americo Amari 112”.
Tra gli indagati spuntano: Maria Cristina Catalano già referente di alcune società fallite in passato e amministratrice della casa di riposo attuale e coadiuvata da Vincenza Bruno e dalle altre 3 dipendenti Valeria La Barbera, Antonina Di Liberto e Rosaria Florio. Per loro l’accusa è quella di maltrattamento nei confronti degli anziani che si trvavano nella struttura.
Dopo le prime indagini svolte e le testimonianze di alcuni dipendenti, Il Nucleo di Polizia economico-finznaziaria ha deciso di registrare tutto mettendo sotto controllo i telefoni delle persone indagate e quello che ne viene fuori, è davvero imbarazzante. Questo è un metodo semplice per “documentare la sistematica attuazione di metodi di vessazione fisica e psicologica inflitti agli anziani costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura, ingenerando uno stato di totale esasperazione fino al compimento di atti di autolesionismo” ,spiegano gli investigatori.
“Se tu ti muovi di qua ti rompo una gamba, o zitta, muta. “devi morire, devi buttare il veleno lì”, “Per quanto mi riguarda puoi morire”. Queste tra le dichiarazioni sentite dal personale indagato, spiegano ancora gli investigatori. A spiegare bene la crudeltà attuata all’interno della struttura ci pensa una registrazione effettuata da Catalano, nel momento in cui si prestava attenzione per un’anziana poi purtroppo deceduta e questo è ciò che è emerso: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava… Io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta”.