Il crac del Palermo, il club rischia il fallimento.
La proprietà era a conoscenza della voragine patrimoniale già dal 30 maggio, ma
non è riuscita a porre rimedio alla situazione che ha portato all’esclusione dalla Serie B.
Una morte annunciata. Il primo documento firmato è stato la trimestrale in cui si evinceva già il disastro.

Nell’articolo di Benedetto Giardina, sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, tutte le cifre della voragine della società rosanero, di cui la nuova proprietà era perfettamente a conoscenza ma che non sa saldato nei tempi necessari a poter presentare una richiesta di iscrizione convincente alla Covisoc.
Che infatti ha respinto la richiesta, motivandola in maniera molto dettagliata e senza lasciare grandi speranze all’eventuale ricorso che la nuova proprietà, pagando 15 mila euro, si è detta pronta a presentare.
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Arkus network sapeva benissimo il Palermo aveva una perdita di almeno 7 milioni, avendo approvato il bilancio trimestrale del 31 marzo. E sicuramente nei mesi di aprile e maggio la situazione si è aggravata fino a giungere al buco di bilancio di 8,3 milioni evidenziato dalla Covisoc.
Era chiara dunque la necessità di intervenire in maniera pesante a livello patrimoniale. Già in precedenza erano emerse diverse criticità: 45,4 milioni di debiti, scrive Giardina, e 37,3 di crediti, di cui 20 milioni provenienti dal credito ex Alyssa. Il consiglio di amministrazione del Palermo, scrive il giornale “… contava di incassare il residuo pari a 20 milioni mediante l’accollo dello stesso da parte di Sporting network, così come stabilito nel contratto di cessione quote”.

Ma questo accollo non si è verificato ed il Palermo si avvia al crack così come segnalato dal curatore speciale Guerrera che descrive l’attuale situazione del club sottolineando “l’incombente stato di insolvenza”.
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