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Uefa, previste regole meno rigide per le multiproprietà

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Uefa, previste regole meno rigide per le multiproprietà

L’Uefa sta considerando di allentare le attuali norme sulla multiproprietà dei club che partecipano alle competizioni europee. Attualmente, le regole stabiliscono un divieto assoluto per due squadre che fanno capo allo stesso gruppo societario di partecipare contemporaneamente agli stessi tornei continentali, una misura volta a salvaguardare l’integrità sportiva.

Uefa: le possibili mosse per le multiproprietà

Secondo quanto riportato dal Guardian, l’organo direttivo del calcio europeo, guidato da Aleksander Čeferin, starebbe esplorando opzioni per rendere le norme meno rigide. Questa valutazione riflette l’esigenza di adeguarsi alla rapida evoluzione del calcio moderno, caratterizzato dalla crescente diffusione di “network” di club sotto un’unica proprietà, come il City Football Group o la Red Bull.

L’intenzione dell’UEFA è quella di raggiungere un compromesso che bilanci l’esigenza di proteggere la correttezza e la regolarità delle competizioni con la crescente realtà economica e gestionale dei grandi gruppi internazionali che dominano il panorama calcistico europeo.

Il caso Cristal Palace

L’organo principale del calcio europeo sta, dunque, riflettendo su una possibile revisione delle sue norme, spinte dal controverso caso del Crystal Palace. Nonostante la vittoria della FA Cup, che di norma garantisce l’accesso all’Europa League, il club londinese è stato retrocesso in Conference League.

Il motivo risiede nella violazione delle regole sulla multiproprietà, legate alla figura di John Textor: l’imprenditore statunitense è comproprietario del Crystal Palace e proprietario del Lione, che si è qualificato per la stessa competizione (l’Europa League) grazie al suo miglior posizionamento in campionato.

L’episodio ha evidenziato una lacuna nella preparazione del club inglese: i club con assetti proprietari simili erano stati avvisati di attuare misure di “svincolo” temporaneo entro il 1° marzo della stagione precedente per poter competere nello stesso torneo europeo. Il Crystal Palace, evidentemente, non aveva previsto di alzare la FA Cup e non si era adeguato entro la scadenza.

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