Palermo

Palermo – Il tutto non è la somma delle parti

1° Maggio, festa dei lavoratori. La festa cioè in cui tutti i lavoratori o quasi tutti, vanno in vacanza. Quasi tutti perchè ad esempio quelli dello Spezia no, lavorano regolarmente. I prodi rosanero invece restano fedeli alla ricorrenza e si concedono un giorno (o l’ennesimo) di vacanza. Non abbiamo più aggettivi (squalificativi) per descrivere le prestazioni di questa squadra che nelle ultime 5 partite ha conquistato 3 punti cioè 0.60 di media gara.

Anche a La Spezia il vuoto assoluto, un primo tempo inesistente ed una ripresa lievemente migliore; non bastano però 20 minuti di timida reazione finale (con un solo tiro in porta) per definire buono il secondo tempo. Contro Mateju e compagni si dirà: è stato toccato il fondo. Ma ci chiediamo, visto che sembra verificarsi settimanalmente, quanto è profondo questo fondo? E’ infinito?

E sinceramente comincia a diventare difficile perfino capire appieno le ragioni di tanta pochezza. Perchè, ne restiamo convinti, il Palermo è composto da buoni giocatori, l’organico è forte ma non rende. ed allora viene in mente un noto detto matematico che recita: il tutto non è la somma dei singoli elementi. Tradotto significa che 23 buoni giocatori non fanno una squadra.

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Tanti sostenitori rosanero giuravano che il problema assoluto di questa squadra erano Mateju e Corini e che liberandosi di loro la squadra sarebbe decollata: ecco il risultato. Nessuna croce addosso al povero Mignani che forse oggi, se tornasse indietro, non accetterebbe una patata così bollente. Però è un dato di fatto che il cambio tecnico non ha portato alcun beneficio, nessuna svolta e, se possibile, ha perfino peggiorato le cose. Un segno inequivocabile che il problema non è assolutamente la gestione tecnica ma la qualità e la forza mentale dei singoli. Che davvero sembrano non aver fame.

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Se mi accorgessi che qualcuno si accontenta lo lascerei fuori. Ma magari si accontentassero, significherebbe puntare al punto, al pareggio o tentare di recuperare gare in salita. Il problema è che nemmeno sembrano accontentarsi ma sopravvivere, vivacchiare in attesa del gong. Insomma la sensazione è che dopo aver fallito il sogno della promozione diretta, la squadra si è sciolta, si è lasciata andare. Forse non ritiene possibile ottenere la promozione agli spareggi e si è rassegnata. Certo non fa bene sentir dire da Soleri che è arrivato il momento di guardarsi  in faccia e trovare le soluzioni. Perchè finora che hanno fatto, si sono evitati? E il problema è nato a La Spezia o forse dovevano iniziare a guardarsi in faccia diversi mesi fa?

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Oggi, alla luce delle ultime prestazioni, viene davvero difficile pensare ad un finale di stagione importante ed avvincente. E’ più facile pensare di iniziare a pianificare la nuova stagione, immaginando una bella pulizia generale. Sarà la delusione, sarà il nulla cosmico a cui abbiamo assistito da tante, troppe gare, ma pensare a playoff e promozione è davvero difficile. Forse solo la fede e la passione fanno sperare perchè la realtà fa disperare.

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