“Strade Rosanero”
L’ospite rosanero:
Con il tifoso che ho l’onore di ospitare per questa intervista ci conosciamo da “una vita” nel vero senso della parola. Siamo stati compagni di scuola alle elementari e siamo cresciuti entrambi al confine tra i quartieri “Acquasanta” e “Montepellegrino”. Poi le nostre vite hanno seguito le loro strade ma per fortuna l’affetto e la stima sono rimasti intatti ed è bastato pochissimo per emozionarci insieme ancora una volta.
Vi presento Salvatore Lo Cascio, “tifosissimo” rosanero, abbonato nei primi due anni di Seria A dell’era Zamparini, che dal 2007, per ragioni di lavoro si è trasferito nella meravigliosa Firenze dove vive tutt’ora e lavora come Manager di una multinazionale americana. Tutte le volte che il tempo e il lavoro lo permettono torna anche per pochi giorni nella sua “amata” Palermo per respirare l’aria della spiaggia di Mondello, del “nostro” quartiere e se coincidenza vuole, per assistere ad un match del Palermo.
Se i playoff li vince la squadra più forte, allora…
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Salvatore, attraverso le sue parole, ci racconta Palermo e il Palermo, si emoziona e ci emoziona regalandoci una cavalcata da brividi tra i suoi ricordi più preziosi.
Buona lettura
“Ognuno percorre la sua strada, ma a tinte rosanero è senz’altro più bella!”
Le domande:
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Se ti dico Palermo cosa mi rispondi?
Emozioni e ricordi. La mia passione e tifo per la squadra rosanero ha origini grazie alla guida di mio padre, grandissimo tifoso rosanero, attraverso i suoi racconti di gioventù, dalla finale di coppa Italia persa nel’74 con il Bologna allo stadio Olimpico, alle diverse trasferte in nave e treno con i suoi amici. Per me tutto è iniziato nel Gennaio 1991 all’età di 9 anni quando mio padre dopo diverse mie insistenze si decise a portare me e mio fratello per la prima volta allo stadio della Favorita (appena ristrutturato per l’edizione italiana dei mondiali di calcio del’90) a vedere Palermo-Ternana (4-1) in serie C1. Era il Palermo di Biffi, Pappalardo, De Sensi, Modica, Paolucci e Lunerti, un calcio diverso, fatto di sensazioni oggi inimmaginabili, forse anche perché all’epoca c’era più semplicità. Faccio parte di una generazione cresciuta senza telefonini, senza internet e senza le Pay Tv.
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Dove ti ha portato il rosanero?
Purtroppo non ho potuto seguire il Palermo in molte trasferte, ma quando posso, insieme a mio fratello che vive a Bologna ed anche lui tifosissimo rosanero, Modena, Ferrara, Pisa, Parma sono sempre tappe obbligate.
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La tua partita del cuore?
Posso rispondere Palermo – Inter (1-3) finale di Coppa Italia del 2011 anche se abbiamo perso? L’atmosfera che si era creata prima della partita con Roma invasa da sostenitori rosanero a far festa per le strade e poi dentro lo stadio con l’intera curva Sud colorata di rosanero, mi ha regalato emozioni incredibili che non dimenticherò mai. Per me quella partita contro l’Inter è uno degli episodi chiave della storia rosanero che hanno segnato per sempre i ricordi di ogni vero tifoso palermitano.
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Il tuo giocatore del cuore?
Ne avrei diversi, da Felice Centofanti (per me un vero simbolo) a Cavani, passando per “u picciriddu” Dybala. Mi sono sempre piaciuti i giocatori tecnici, pieni di fantasia, insomma quelli che con un loro gesto atletico possono risolvere o cambiare la partita in un attimo. Come detto, sceglierne uno è affare molto complicato, ma con le spalle al muro dico il “Flaco” Pastore.
- Esprimi un desiderio, ce lo racconti?
Naturalmente il desiderio più grande è quello di rivedere il Palermo calcare al più presto i palcoscenici della seria A e delle coppe europee. Palermo è una delle più belle città al mondo, con un patrimonio storico e artistico infinito e preziosissimo che merita di diventare una cartolina di “riscatto” per tutti noi palermitani. Ho un altro sogno che vorrei tanto si realizzasse: vedere la nostra città pulita , ordinata e propositiva, senza più quella negatività che troppo spesso l’ha fatta da padrona. Palermo è semplicemente troppo bella…
Gaetano Armao
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