Palermo Player Awards: top e flop della partita di domenica
Altra sosta del campionato e altro mezzo disastro combinato dai rosa questa volta a Terni, dove la mediocrità della squadra di casa si è rivelata in tutta la sua vastità; eppure se domenica pomeriggio non si è assistito ad un’altra sconfitta lo si deve al solito Pigliacelli, ancora una volta calatosi nei panni del “salvatore della patria”, con le sue parate decisive che hanno consentito alla balbettante compagine siciliana di portare quanto meno un punto a casa. Ma questa è una magrissima consolazione, perché se gli umbri meritano il penultimo posto in classifica e tuttavia il migliore in campo è il portiere avversario lascio a voi la considerazione finale che fa senz’altro il paio con le recriminazioni degli umbri, peraltro anche giuste, per non aver vinto la partita.
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Compito di questa rubrica è quella di individuare i migliori e i peggiori di ogni gara e visto quello che ha combinato finora il Palermo è compito arduo trovare chi meglio si è districato.
Vediamo allora se riusciamo in questa ardua selezione:
-La palma di migliore in campo spetta senza il minimo dubbio a Mirko Pigliacelli che anche nelle passate disastrose partite è sempre stato il meno colpevole cercando di tamponare tutte le falle che si sono aperte nella sua difesa (specie dal lato destro) creandogli una serie di grattacapi che purtroppo non ha potuto sempre tamponare.
Ma ieri ha fatto una serie di interventi due dei quali difficilissimi che hanno consentito alla squadra rosa di non uscire battuta persino da Terni.
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-Altro protagonista in positivo è Fabio Lucioni il quale si è sobbarcato la responsabilità dell’intera difesa con gli avversari che spuntavano da tutte le parti visto che ne Marconi ne tantomeno Mateju gli hanno dato una mano … anzi; ma lui imperterrito ha continuato a marciare come un treno spingendosi spesso anche in avanti a proporre gioco o a presenziare l’area di rigore avversaria durante i corner ed in uno di questi ha siglato l’illusorio vantaggio.
Non segna ma è sempre protagonista …
-Infine non possiamo non annoverare tra i migliori tre il capitano Brunori il quale nonostante venga penalizzato da inizio stagione dalle invenzioni tattiche di Corini continua a battagliare li davanti solitario in mezzo alle difese avversarie cercando di procurarsi palloni che gli abulici centrocampisti non gli procurano; ed è anche poco fortunato poiché domenica ha colto una traversa ed ha mandato a lato di un soffio un gran tiro scoccato dai pressi dell’area piccola.
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E adesso ci occuperemo di chi ha fatto peggio, che abbondano da un mese e mezzo a questa parte:
-ahimè ci troviamo ancora ad annoverare Ales Mateju schierato con insistenza da Corini e anche domenica pomeriggio, appena dopo il fischio d’inizio, ne ha combinate due o tre da far rizzare i capelli, continuando poi negli errori tanto da costringere l’allenatore a sostituirlo per la seconda volta in una stagione e mezza.
-altro abbonato di questa sezione degli awards, è Leo Stulac; lento, macchinoso spesso fuori posizione: quello che dovrebbe essere il playmaker della squadra è quasi sempre un peso per questa squadra e fra l’altro non riesce a parlare lo stesso linguaggio calcistico di Gomes, anche lui domenica sotto tono.
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-Ma il peggiore, per distacco, è senz’altro Eugenio Corini il quale imperterrito continua per la sua incerta strada ignorando le debacles che sta subendo la squadra, le contestazioni dei tifosi e degli addetti ai lavori.
Le perplessità sul tecnico …
Continua schierare a centrocampo (notoriamente è la zona del campo dove si vincono o si perdono le partite) Stulac e Gomes che non hanno mai convinto da quando giocano insieme; insiste a schierare a destra da esterno basso Mateju; insiste partendo con un modulo il 4-3-3 che poi nel corso delle partita diventa un non si sa più che cosa trascinando nel buio giocatori del calibro di Brunori principalmente, ma anche Insigne e Di Francesco che ovunque sono andati hanno fatto la differenza.
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Prima della gara il tecnico aveva promesso che avremmo visto in campo undici leoni assetati di vittoria e abbiamo rivisto invece una squadra balbettante giocare alla “viva il parroco”. Ma forse la cosa che più ha indispettito la gente è stato dichiarare che il primo tempo la squadra aveva messo sotto la Ternana e che forse nel secondo tempo non meritava di subire il gol del pareggio.
Queste dichiarazioni lasciano davvero perplessi perché senza gli interventi di Pigliacelli staremmo a parlare di un’altra sconfitta più che meritata, considerando anche che raccoltisi sotto la curva di quel gruppo di eroi che li seguono in tutte le trasferte, si sono beccati il coro “andate a lavorare”.
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Sembra abbastanza chiaro ormai che Corini è in confusione nonostante le dichiarazioni di segno contrario e la realtà adesso è che il Palermo è al 5° posto a pari merito con il Catanzaro con 24 punti e con Cittadella e Modena col fiato sul collo a 22 punti. Le prossime due gare sono con Catanzaro al “Barbera”, ormai diventato terra di conquista per chiunque, e poi si va a Parma.
Deve essere chiaro che probabilmente altre due sconfitte, molto probabili per quanto visto fino ad ora, cambierebbero e non di poco gli obiettivi di questa stagione trascinando la squadra in un pericoloso baratro dal quale difficilmente potrà venire fuori.
I tempi per una sostituzione in panchina sono ancora quelli giusti se si vuole perseguire l’obiettivo della promozione diretta; ciò per non continuare su questa strada senza sbocchi verso la quale la squadra sta pericolosamente dirigendosi. Rimaniamo quindi in attesa di eventuali (poco probabili) decisioni della proprietà con la speranza di non vedere chiusa la stalla quando i buoi sono già scappati.
Pino Abbate
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