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Palermo, Taverna Azzurra sotto sequestro: il motivo

taverna azzurra

La Taverna Azzurra, storico locale nel cuore della Vucciria, a Palermo, è stata posta sotto sequestro per alcune irregolarità emerse a seguito di una serie di controlli condotti dai carabinieri.

Il rinomato luogo di ritrovo e di svago per molti giovani del capoluogo siciliano – riporta PalermoToday – presentava alimenti in cattivo stato di conservazione ed escrementi di roditori che ne hanno inevitabilmente causato la sospensione dell’attività. Il titolare è stato invece multato con un’ammenda pari a 4 mila euro.

Il sequestro della Taverna Azzurra

Secondo la nota diramata dal Comando provinciale il controllo è stato effettuato nel corso di un evento musicale che infrageva i limiti di orari previsti. Gli alimenti, inoltre, non presentavano indicazioni sulla tracciabilità e i rifiuti non erano differenziati adeguatamente secondo il protocollo delle norme igienico-sanitarie. Tra i vari interventi sono dunque state sequestrate tutte le attrezzature e le apparecchiature all’interno del locale previo provvedimento cautelare del gip del tribunale di Palermo.

La contestazione del gestore

Inevitabile il tentativo di difesa del titolare Pietro Sutera che ha dichiarato: “Abbiamo una carpetta piena di verbali di constatazione. Qui però la questione è un’altra, è chiaro che ci sia una volontà di colpire noi e più in generale la movida del centro. Abbiamo tutto in regola, dal personale alle licenze, facciamo gli scontrini e tutto il resto. E’ normale trovare il pavimento sporco di sera, dopo la pioggia. Perché non vengono durante il giorno? Troverebbero un locale che splende”.

“Subiamo continuamente controlli da Nas, Ispettorato del lavoro, polizia amministrativa, vigili urbani – continua Sutera –, ma molto spesso non trovano nulla. Quella sera sono entrati con i sigilli in tasca. Mi è stata contestata la presenza di alcune corone di alloro appese, che non andrebbero bene per questioni igienico-sanitarie, o che c’era un po’ di sporcizia agli angoli del locale. La verità è che qualcuno è stanco della movida in centro, vedi il regolamento molto restrittivo che stanno studiando al Consiglio comunale. Vorrà dire che tornerò ai miei vecchi orari, alle nove e mezza chiudiamo e ce ne andiamo a casa. Se decidono di usare il pugno duro è impossibile, così non si può lavorare”.

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