Baldini – “Palermo è nel mio cuore ma qui meritavo di più”
Baldini: “Palermo nel mio cuore ma non guarderò la gara con il Perugia”.
Parla l’ex tecnico rosanero alla vigilia dello scontro tra le sue due ultime squadre allenate
“Quella del Barbera per me è stata una favola e come in tutte le favole c’è la parola fine”.
“Dopo la serie B avrei meritato un bonus. Parlando avremmo migliorato l’organico.
Invece ho lasciato la storia più bella della mia carriera”
“Anch’io forse avrò le mie colpe. La vita è una sola e la cosa più importante è come si passa. Meno soldi e più tempo da godermi”
“Ho detto a Brunori che sarebbe stato chiamato da Mancini. È un attaccante di grande livello e lui sa che la maglia azzurra deve portarla a me“.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Interessante intervista di Salvatore Geraci con l’ex tecnico rosanero Silvio Baldini, in questi giorni a Mondello, dove trascorre parte dell’anno. Torna sulla sua esperienza in rosanero e di come sia stata la favola della sua carriera. I rapporti sinceri con Mirri e Castagnini che lo hanno sempre lasciato libero in ogni decisione. Ma ha capito che non era più al centro del progetto anche se ritiene che un bonus l’avrebbe meritato; non poteva andare avanti solo per gli stipendi suoi e del figlio.
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Il ricordo di Zamparini a cui interessava solo il risultato, la possibilità che tutto rientrasse ma quando Foschi chiamò aveva il telefono spento. Non ha mai pensato che Perugia-Palermo poteva essere la gara della sua rivincita e non guarderà nemmeno la partita in tv.
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Come non ha guardato i mondiali ma solo la bellissima finale: ha preferito passeggiare in montagna con i suoi cani. Sul Palermo e sull’esperienza con un gruppo di giocatori che gli hanno dato cuore e anima credendo in lui. La profezia svelata a Brunori, attaccante che considera di grande livello e da cui si aspetta la maglia della nazionale.
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Parla della sua cultura dell’osteria ma non si ritiene scemo e non sopporta quando cercano di deriderlo: allora tira fuori l’arma dell’ignoranza e diventa volgare facendo indispettire la moglie. La sua vita nel ricordo del padre e delle sue difficoltà da bambino, affidato ad un cieco a 5 anni perchè orfano. Le elemosine, poi il collegio dai preti e dopo la fine della guerra il militare a Palermo: che coincidenza. Un padre poi raggiante ed orgoglioso del figlio diplomato all’Isef e che insegnava a scuola.
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