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Il derby, gli scontri e la tragedia: follia a Catania

Quindici anni fa al «Massimino» l’assassinio dell’ispettore Raciti.
La partita e il dramma. Vinse il Palermo, alla fine si scoprì quello che era successo fuori dallo stadio.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

L’articolo di Carlo Brandaleone, nella consueta rubrica Petali di Rosa, racconta del derby più triste della storia del calcio siciliano, quello che si giocò di venerdì per evitare concomitanze con la festa di Sant’Agata, celebrata anche qualche giorno fa in maniera ridotta per via del covi. Ma quell’anno venne segnata anche dalle vicende del derby siciliano e dagli strascichi che portò con se fra cui, la più drammatica, la morte dell’ispettore Raciti. Il racconto della gara vinta dai rosanero con i gol di Caracciolo e Di Michele che si aggiustò il pallone col braccio. Fontana salvò il risultato allo scadere ed i rosanero uscirono dal campo accompagnati da cori che ripetevano incessantemente ladri, ladri.

Ma quello che si evidenzia è che le due squadre giocarono ignare della guerra scoppiata fuori lo stadio fra gli ultras etnei, che aspettavano i palermitani, e la polizia. Quando arrivarono al Cibali i fans rosanero, il Cibali fu avvolto da una nube tossica che costrinse l’arbitro a quasi mezz’ora di stop per riprendersi dal fumo e dai lacrimogeni. Era una gara attesissima perché il Palermo ci arrivava da terzo ed il Catania da quarto però con 9 punti di svantaggio. E quell’anno in A c’era anche il Messina.

Le previsioni di Zamparini …

Il Palermo era reduce dalla sconfitta interna con la Lazio e Zamparini, scaramanticamente , alla vigilia aveva dichiarato di aspettarsi una sconfitta. Era il Palermo che dovette privarsi di Amauri e che non venne sostituito ma il giorno prima del derby, Zamparini aveva annunciato l’acquisto di un giovane argentino, tale Cavani. E anche Giacomazzi che serviva da balia al connazionale e di Ciaramitaro.

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Il Palermo si schierò con Fontana, Cassani, Zaccardo, Barzagli, Pisano, Simplicio, Corini, Guana, Di Michele, Bresciano e Caracciolo, allenatore Guidolin. Nel Catania il tecnico era Pasquale Marino. A fine gara, dopo che si capì cos’era successo ma soprattutto nei giorni dopo, l’allora presidente Pulvirenti ed il direttore Lo Monaco dichiararono che avrebbero lasciato il calcio, ma non lo fecero. Il Palermo andò a 12 punti dal quarto posto ma a fine torneò, complice una striscia di 11 mancate vittorie, si posizionò 5° alle spalle del Milan che era partito con 8 punti di penalizzazione. L’Inter vinceva lo scudetto.

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