Perugia Baldini

Il match tra Campobasso e Palermo si avvicina, e il mister dei rosanero Silvio Baldini, è intervenuto in conferenza stampa: “Non rimuginiamo, anche Juve di Trapattoni subì rimonta”. Sarà un banco di prova fondamentale per le aquile la sfida di domenica 6 febbraio alle ore 17:30. Ecco di seguito la parole rilasciate in conferenza stampa.

Le dichiarazioni di Baldini

“Mental coach? L’ho chiamato appunto perché è capitato che sulla carta il Palermo fosse più forte ma perdeva contro neo-promosse, come Latina o Picerno. Noi dobbiamo far capire che tocca dimostrare a se stessi che si sta vestendo una maglia importante, che non deve spaventarti se quelli fanno gol. Il mental coach ha subito fatto amicizia coi ragazzi, spiegandogli dove focalizzare la loro attenzione. Anche perché i giocatori sono come tutte le persone molto fragili, e si va in difficoltà quando iniziano i problemi. I problemi ti devono metter in condizione di cercare le soluzioni, non rimuginare sul problema. Mancanza di un leader? Purtroppo Santana quest’anno non c’è, è una persona straordinaria e sta infatti in panchina al fianco con me. La gente come lui non molla mai e dà grande sostegno. Io penso che aldilà del leader bisogna rimanere corti, non condizionandoci con gli episodi. Noi dobbiamo accettare quello che accade in campo, anche se prendiamo gol come a Messina. Se fossimo riusciti a mantenere l’uno contro uno del primo tempo probabilmente avremmo fatto il terzo gol”

“Una volta la Juventus di Tardelli e Platini stava vincendo il derby a Torino 2-0, venendo rimontato in 5 minuti. Lì l’allenatore era Trapattoni. Ci sono situazioni in cui anche i campioni hanno un blackout. È tutta questione di episodi. In quei venti minuti il Palermo è passato da una distanza di 20 metri tra i reparti in 40 minuti. In questo frangente anche una squadra come il Messina può metterti in difficoltà. Se la stessa cosa fosse capitata con il Catanzaro avremmo preso 4 gol. Non siamo stati corti, non abbiamo mantenuto i punti di riferimento come nel primo tempo. Anche se dopo il blackout per un pizzico potevamo fare il gol del 3 a 2, perché c’è stato l’episodio del rigore, il colpo di testa di Fella all’ultimo minuto e tante altre occasioni. Se riusciamo a stare in 20 metri siamo una squadra, se non ci riusciamo siamo un’altra squadra. Questo devo fare capire ai giocatori, perché c’è stato questo blackout”.

“La ripartenza del loro calcio d’angolo, noi siamo 3 contro nessuno. Non siamo disposti bene, perché avevamo un giocatore al centro del campo che non serviva a nulla. A volte capita che i giocatori ti diano la sensazione di non aver capito, e in quel caso è quello che ho pensato. Se sul rimbalzo attaccavamo l’avversario, il Messina non ripartiva. È la palla che fa gol, mica lo spazio: dove c’è la palla ci deve essere un uomo pronto a fermare la ripartenza. A Catanzaro c’erano molti bravi colpitori di testa, e li abbiamo contenuti bene. A Messina avevamo scelto di puntare il capitano a uomo, e alla fine ha segnato un altro. Quelli meno bravi io li marco a zona. Io faccio l’allenatore ma non ho un credo. Io voglio dimostrare che quando non abbiamo palla la vogliamo strappare più velocemente possibile agli avversari, e quando ce l’abbiamo cercare invece di avvicinarci subito alla porta per fare gol. Se fossi un tifoso vorrei vedere questo, visto che faccio l’allenatore devo trasmetterlo agli avversari”.

 

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