Palermo

A Catania il Palermo ci andava per vincere, perchè una squadra che è seconda in campionato non può andare in campo con obiettivo diverso. Eppure, come era prevedibile e come aveva proferito anche lo stesso Filippi in conferenza stampa, una partita del genere favorisce sempre chi è più ferito. E tra le due compagini, non c’è dubbio che fossero i rossoazzurri i protagonisti più colpiti dalle vicende extracampo e, come per riflesso, anche da quelle da campo che per ora recita un 11° posto scialbo. Allo stadio “Angelo Massimino”, i 10.000 spettatori hanno assistito ad un match ricco di emozioni, a tinte rossoazzurre.

Le altre tinte, quelle rosanero, sono state cancellate, quasi annientate. Nessun tiro in porta da parte della squadra di Filippi, tante invece, le occasioni per il Catania. Gli uomini di Baldini hanno attuato una pressione altissima sul portatore di palla fin dai primi minuti ed il risultato è stato un dominio non solo territoriale. La differenza l’ha fatta la motivazione, inutile parlare di tatticismi. E dire che Filippi prima del match aveva puntato sulla palermitanità schierando Accardi e Crivello e rinunciando ad Almici e Perrotta. L’episodio che ha cambiato il match è arrivato al minuto 23 quando Odjer ha atterrato Moro dentro l’area di rigore: il direttore di gara (il signor Rutella della sezione di Enna), ha concesso un rigore dubbio e il capocannoniere del Girone C non ha sbagliato, spiazzando Pelagotti e siglando la rete del vantaggio.

Troppo poco Palermo, tanto Catania, che forse ha fatto di più per regalarsi una gioia nel derby, per regalarsi una grande soddisfazione in un anno in cui quasi niente sta funzionando. Il primo tempo è stato a senso unico e il risultato forse poteva essere più ampio per i padroni di casa. Nel secondo tempo la banda di Filippi ha mostrato più carattere e l’ingresso di Silipo per Odjer ha dato la scossa giusta. E’ nata proprio dal piede di Silipo la prima occasione del secondo tempo, con il tiro che è finito però comodo tra le braccia del portiere etneo.

Al 66′ il direttore di gara espelle Russini per un brutto fallo su De Rose e il Catania resta in 10. E’ cresciuta, da questo momento in poi, la superiorità territoriale del Palermo che però è rimasto troppo poco incisivo negli ultimi 20 metri. Gli ultimi 20 minuti sono stati un conflitto a fuoco: tante risse, tante interruzioni. Al minuto 80 Almici viene espulso per aver strattonato un raccattapalle, una follia che è costata cara e che ha messo il match su un piano di equilibrio dal punto di vista numerico. I rosa hanno creato troppo poco, il Catania, invece, l’ha chiusa su contropiede ancora con Moro. Doti straordinarie per questo ragazzo di cui sentiremo tanto parlare. 

Agli ospiti è mancata la giusta determinazione, oltre che giuste idee come spesso è capitato in terra nemica. Adesso il 2° posto è a rischio e il Bari può allungare a +7 se vince il suo derby contro il Taranto. Sul finale di gara è stato espulso anche Luperini per un bruttissimo fallo ai danni di Moro. Insomma una guerra d’altri tempi, un derby che è sembrato, soprattutto nel secondo tempo, una lotta greco-romana. Il Palermo ha sbagliato il primo tempo, troppo in una partita del genere. La Sicilia per questa domenica, è rossoazzurra, ed è giusto che lo sia, perchè il Catania ha vinto con merito.

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