Palermo Foschi

Rino Foschi sogna di tornare a ricoprire un ruolo ai vertici di una società di calcio, ma dopo il fallimento del Palermo la sua carriera si è spenta. L’ex direttore sportivo rosanero non ha più ricevuto chiamate. L’amarezza, a distanza di quasi tre anni, permane. Lo ha raccontato in una intervista concessa a 1 Station Radio.

Sto bene fisicamente, ma la testa resta al campo. Mi auguro arrivi presto una chiamata giusta. Purtroppo, dopo Palermo, mi hanno voluto fare fuori dal calcio“, ha spiegato Rino Foschi. Poi il ricordo dei tempi d’oro tra le fila rosanero: “Eravamo arrivati in Champions, poi ci hanno buttato fuori riducendo la penalizzazione data al Milan, ma quell’anno avevamo raggiunto la massima competizione europea per club sul campo. Avevamo cinque campioni del mondo in rosa“. E sul fallimento, in riferimento al periodo in cui diventò presidente, aggiunge: “Resterà uno dei rimpianti più grandi della mia carriera tra l’altro ero solo perché Zamparini si trovava ai domiciliari“. Infine, la chiosa: “Qualcuno ha voluto sbattere il Palermo in Serie C“. Ne è convito l’ex direttore sportivo del club siciliano.

Parole forti quelle di Rino Foschi. Il Palermo resta un chiodo fisso, ma il dirigente sportivo adesso si reputa pronto ad una nuova avventura. Chissà che qualche società prossimamente non risponda al suo appello. L’ex ds rosanero attende che il telefono squilli. Il collega Fabrizio Lucchesi, anch’egli coinvolto nel fallimento del club di Viale del Fante, d’altronde, ha trovato posto nei mesi scorsi tra le fila del Monterosi. Tutto può accadere.

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2 Commenti

  1. Le tue accuse sono tutte da dimostrare, il tuo vecchio titolare rudusse il Palermo, ad una creatura molto fragile e ricattabile, non era evitabile il fallimento. Tu sei stato fatto fuori dal calcio semplicemente perché ti avvii agli 80 anni. Dai spazio ai giovani e goditi la vecchiaia che è meglio.

  2. “tra l’altro ero solo e Zamparini era ai domiciliari”

    Scusate ma Zamparini non l’aveva a quell’epoca venduto il Palermo come ci raccontavano? Oppure no?

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