Palermo

Filippi – La grande sfida dell’ex gregario che adesso vuole spiccare il volo.

Vogliamo essere competitivi”.
Un rapporto diretto con Mirri come lo fu quello con Morace. L’amarezza per la fine del duo con Boscaglia.

Questo il titolo di  Repubblica, oggi in edicola.

L’articolo di Fabio Tartamella sottolinea il volto nuovo del Palermo, quello di Filippi, che non ha paura di mostrare al Presidente ciò che occorre alla squadra.

Così, senza fronzoli né schermi. Da allenatore così come in campo, Giacomo Filippi non è cambiato.Era un difensore centrale, sapeva usare eccome il piede sinistro, ben educato, ma non si tirava mai indietro dalla lotta, dal corpo a corpo. Senza retro pensieri.

Anche in passato Filippi mostrò grande tenacia, con l’allora presidente del Trapani Morace, in D, chiedendo maggiori garanzie economiche.
Morace lo guardò e gli disse: «Io le do un’unica garanzia: la mia stretta di mano. Se lei non accetta, il nostro colloquio finisce qui».

Storie di altri tempi,a Filippi piacque così tanto quell’atteggiamento, che rimase seduto e replicò: “Accetto la sua stretta di mano, mi dia subito il contratto: glielo firmo“.

Una schiettezza che sembra essere ancora quella di un tempo e che ha colpito anche Mirri.

L’unico tasto dolente è la separazione da Roberto Boscaglia e una fedeltà durata una vita.
Una storia che nasce proprio a Trapani quando Filippi era ancora un calciatore e Boscaglia il tecnico, e proseguita in panchina. Un addio che lascia molti strascichi.

E nel calcio la vita entra dirompente, non esiste un filo che la separa. Adesso nel presente di Filippi c’è il Palermo e una panchina, voluta e meritata.
Si può e si deve ripartire da quanto di buono fatto ed è questa la linea da seguire.

Il campionato di serie C che ci attende è duro, ma noi vogliamo essere competitivi – dice Filippi – Un obiettivo che condividiamo con tutti nella massima chiarezza e trasparenza“.

Filippi è così trasparente, ci mette la faccia consapevole che quanto fatto in stagione è la base, per una ancora migliore.  Il sogno è che Lorenzo Lucca rimanga a Palermo, ma non vuole illudersi lo stesso allenatore e dichiara infatti:
Meglio investire sulla possibilità di avere un campo di allenamento tutte le volte che
vuoi lavorare, piuttosto che prendere un calciatore in più e non sapere poi come organizzare logisticamente il tuo programma“, magari vedendo approdare un promettente attaccante da 20 gol.

Del resto è chiaro: solo il duro lavoro conduce ai risultati. E se il Palermo gli servirà delle pedine giuste, il Palermo competitivo potrà nascere.

Filippi in fondo ha il grande desiderio di vincere e dietro questo c’è  la motivazione di un uomo che è nato e cresciuto a pochi chilometri da Palermo e ancora crede fermamente nel dialogo con i calciatori. Da qui nasce l’idea del Palermo come laboratorio, primo esperimento del suo essere stesso in quanto allenatore.

Ma sarà sempre il campo a darà la risposta ultima. Trasparente come lui vuole essere.

 

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