Palazzi

L’esperimento non aveva mai convinto del tutto, ma è diventato realtà assodata con il passare del tempo. Ad oggi, Andrea Palazzi è più difensore che centrocampista e nessuno ha ben capito il perché.

Palazzi difensore: da quando?

Palermo CatanzaroPartiamo con ordine: la trasformazione tattica è avvenuta repentina, ma inizialmente si trattava di una soluzione d’emergenza. Contro il Catanzaro, nella partita d’andata, il Palermo aveva già diversi assenti e Palazzi dovette giocare da centrale. Ai tempi, si parlava di azzardo: difatti, nonostante una carriera già ricca di presenze tra i professionisti, il ragazzo non aveva mai giocato dietro. Si contava qualche sparuta presenza da mediano, ma fare il difensore è cosa ben diversa.

Ad ogni modo, Palazzi non stecca da difensore centrale e dialoga funzionalmente con i compagni di reparto, più esperti…più “di ruolo”. L’esperimento non si ferma quindi al primo tentativo e con il passare del tempo Palazzi cambia definitivamente ruolo. Lo confermano i numeri: delle 20 partite giocate in maglia rosanero, l’ex Monza ha fatto il centrale ben tredici volte.

Anche con Filippi la musica non cambia…

Palermo Giacomo FilippiNeppure il cambio alla guida tecnica, da Boscaglia a Filippi, ha saputo riportare Palazzi al suo habitat naturale, anzi. Il Palermo passa a giocare a tre dietro e Palazzi prende posto al centro della difesa. La prima va benissimo in fondo: contro il Catania, la difesa rosanero è un bunker anche in inferiorità numerica.

Forse si può forzare la mano, avrà pensato qualcuno. D’altronde Marconi era già squalificato e Somma aveva forse qualche fastidio. Palazzi viene così rilanciato al centro della difesa contro la Juve Stabia, ma affiancato stavolta dai più giovani Accardi e Peretti. Con l’ennesimo esperimento del campionato, tutti i problemi vengono a galla. Il castello rosanero sembra reggere bene la prima mezz’ora, ma basta un soffio di Berardocco per crollare nella ripresa. Un castello sì, ma fatto di carte, e Palazzi va in gran confusione.

Palazzi, una giornata “no” contro la Juve Stabia

Nel secondo gol, l’ex Inter va in uscita su Fantacci che lo brucia in velocità. Di seguito, sul pallone messo in mezzo da Guarracino perde la marcatura sull’attaccante, che lo anticipa e mette in porta da due metri. Nel terzo gol, tutta la difesa è schiacciata: ai colpevoli si aggiunge Somma, che da subentrato non ha certo cambiato in meglio la partita. Il quarto ed ultimo è invece una gentile concessione dell’ormai intontito Palazzi che calibra male un retropassaggio di testa e spedisce Marotta a tu per tu con Pelagotti.

In conferenza stampa, abbiamo quindi chiesto personalmente a mister Filippi: “Possiamo ormai considerare Palazzi un difensore?”. La risposta, prima ma anche dopo la partita, non è cambiata di una virgola: “Palazzi ci dà ottime garanzie dietro“. Messaggio chiaro, anche giusto, perché bisognava dare un segnale di coerenza e di continuità nonostante lo scivolone di domenica pomeriggio. Qualcosa va però rivista, e subito. Se Palazzi ha fatto dieci anni da centrocampista e zero da difensore prima di arrivare al Palermo, un motivo ci sarà stato. Non era necessario tendere ulteriormente la corda fino a spezzarla. Non era tempo di altri esperimenti: il calendario dice marzo, le giornate che mancano sono appena otto e questa squadra non ha ancora la sua chiara fisionomia.

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