Palermo Filippi

Certi cambi di allenatore danno un’adrenalina particolare, alcuni non risolvono i problemi, altri invece sì. In certi esoneri accade, quasi sempre a dire il vero, che il primo tecnico alla guida della squadra lasci insieme al suo vice, colui che in tutto il percorso in teoria è stato sempre la migliore spalla su cui appoggiarsi. Alcuni esoneri partoriscono un nuovo futuro, altri ridanno vita, invece, al tragico passato. Ed è proprio tra passato e futuro che questa sera si giocherà il derby, tra “un Filippi per Boscaglia”, tra il passato e un futuro ancora tutto da scrivere, che pure con quel remoto ci si è seduto, fianco a fianco.

Tra passato e futuro

E’ oggi che non si capirà forse tutto, ma moltissimo certamente. Anzitutto del destino di un allenatore che, diciamoci la verità, forse aveva avuto qualche dissapore col suo grande amico, non certo dal punto di vista umano ma probabilmente dal punto di vista calcistico e professionale. Ipotesi con cui spieghiamo il mancato abbandono della nave insieme a Boscaglia. Si capirà molto di quanto questa squadra si sia liberata dalle scorie create da un tecnico incapace di saper creare gruppo, o di quanto quel “marcio” navighi ancora nelle menti. Quindi, si comprenderà altrettanto, di quanto Filippi sia stato bravo in questi pochi giorni da capitano d’eccellenza, di una nave quasi affondata.

Il derby dell’incertezza

Sarà palesata, la linea sottilissima che gioca tra il passato ancora non dimenticato, tale per cui non si potrebbe ancora chiamare il “derby dell’oblio”, e il futuro che aspetta di essere costruito, tale per cui non si potrebbe nominare neanche “il match della rinascita”. Sarà invece il derby dell’incertezza, dove qualcosa può essere spazzata via, anche se non tutto. Dove, aldilà del confine remoto, possono piantarsi i primi semi di una nuova era. Il posticipo di questa sera, sarà anche l’occasione per vedere quanto si sia più liberi mentalmente dopo un esonero che forse non tutti volevano, ma in molti certamente, a giudicare dalla prestazione di Viterbo che sapeva già a fine primo tempo di ultimo saluto.

Da stasera una creatura del futuro o la morte nel passato

A non cambiare, crediamo possa essere la fisionomia calcistica della squadra, collaudata per un certo tipo di calcio. Ma non era questo il problema del Palermo, non era certo quello dettato da una proposta calcistica decente, quanto meno ammirabile per la categoria. La vera malattia, era nella testa, la dove ci si aspetta il cambiamento questa sera al Cibali. Il vero male, era non giocare veramente per l’allenatore. La vera medicina, di contro, potrebbe essere farlo nel derby di oggi, farlo per Filippi. Si gioca per partorire la morte del passato e per far nascere la “creatura” del futuro.

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