
L’imprenditore Michele Giandalone era stato arrestato già anni fa con l’accusa di truffe e altri reati. Oggi è scattata la confisca di alcuni suoi beni fra cui i due bar “Chantilly”, la società “Auto e passioni srl”, una porche Macan S, una casa, due magazzini ma anche libretti, conti correnti, depositi e investimenti assicurativi. Ad eseguire la confisca è stata la sezione Misure di prevenzione del tribunale.
Secondo quanto accertato, la società di Giandalone ha evaso l’Ires e l’Iva per cinque milioni e accumulato un debito con l’Erario pari a 17 milioni. Attraverso l’indagine della Dia, fra il 1999 e il 2008 sono state rilevate delle sproporzioni economiche tanto da far sospettare che si trattasse di capitali acquisiti illecitamente e utilizzati per avviare le attività.
Nel 2010 all’imprenditore Giandalone era stata applicata la sorveglianza speciale per un anno poi prolungata fino al 2014. A Gennaio del 2019 il tribunale di Sorveglianza aveva pronunciato parere positivo tanto che in seguito “ha avviato un percorso riabilitativo come cassiere nel bar Chantilly”.
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