Palermo

Palermo, il futuro ora è incerto. Mirri dichiara guerra a Di Piazza.

Dopo l’uscita di scena dell’italo-americano, volano gli stracci.
Dura lettera del presidente all’ex vice: «Provocato grave nocumento alla società».
Accuse e rilancio. La proprietà non ci sta: «L’abbandono in piena emergenza Covid, ma noi non molliamo».
Rischio contenzioso. Si passa alla valutazione delle quote, se non si raggiunge un accordo si può finire in tribunale.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

L’articolo di Benedetto Giardina ricostruisce la giornata di ieri all’insegna del botta e risposta fra Di Piazza e Mirri, il giorno dopo la comunicazione dell’italoamericano di voler recedere dalle quote societarie. Il presidente rosanero, nella sua pec inviata a Di Piazza sottolinea come quest’ultimo stia creando un danno alla società ed al suo valore sottolineando come ci saranno poi sedi opportune per dirimere la querelle. Adesso il punto è capire come verrà gestita questa fase di transizione fino all’addio definitivo di Di Piazza. C’è un campionato da concludere, un centro sportivo da costruire ed una nuova stagione da programmare sempre all’interno del piano triennale per cui sono stati stabiliti 15 milioni di euro. Hera Hora finora ha versato 6,8 milioni e se da un lato il presidente si mostra sicuro che gli impegni presi verranno mantenuti, dall’altro accusa Di Piazza di abbandonare in piena emergenza Covid.

Palermo, querelle Mirri Di Piazza

La lettera sottolinea i continui ripensamenti di Di Piazza su diversi temi: da Paparesta, al suo ruolo di vicepresidente, sul centro sportivo, sui versamenti da fare. Situazioni che secondo Mirri sono una mancanza di rispetto verso la società e cià che rappresenta. Un rapporto incrinatosi fin da subito: il recesso si dovrà concretizzare entro 180 giorni dalla data della comunicazione ai soci e Di Piazza avrà diritto ad una cifra che rappresenti il valore delle quote proprio al momento della comunicazione. Il pagamento di questa cifra dovrà avvenire entro 6 mesi dallo scioglimento e attraverso 4 modalità: o Mirri si compra le quote, o si individua un soggetto terzo, attraverso delle riserve oppure riducendo il capitale sociale, cioè parte dei 15 milioni stabiliti andrebbe a risarcire Di Piazza indebolendo la società. Per evitarlo sarebbe opportuno che qualcuno, anche lo stesso Mirri, acquistasse il 40% delle quote di Di Piazza.

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