Lorenzo Lucca compirà vent’anni giovedì prossimo, ma si è già messo sulle tracce dei grandi bomber passati da Palermo. Perché va bene essere cresciuto in un club blasonato come il Torino, ma Palermo e il Palermo lo hanno colpito così tanto che le sue carte se le vuole giocare con la maglia rosanero sulle spalle.
Inizia così l’articolo di Valerio Tripi su Repubblica, oggi in edicola.
L’intervista con l’attaccante rosanero che in questo momento rappresenta l’unica alternativa a Saraniti come terminale offensivo avanzato.

“Mi aveva colpito soprattutto la gente, lo stadio, il calore dei tifosi al “Barbera”. La prima partita che ho visto, quella contro il Messina, ha lasciato il segno: ho visto dagli spalti pieni… Vivo a Mondello, c’è gente disponibile che ti aiuta se sei in difficoltà. Mi trovo bene… Su Palermo si può pensare tutto, ma che alla fine quando ci arrivi ti innamori, ci si trova bene, è bello viverci e giocarci.
Però per la verità la sera in cui sono arrivato qualche domanda me la sono posta. Sono arrivato all’una e mezza di notte, c’erano le strade deserte ed era tutto nuovo e strano. Ma dopo la prima settimana ero già ben inserito in città e in squadra… Non ho voglia di rivalsa nei confronti del Torino. Ho voglia di dimostrare tanto e non vedo l’ora di farlo… Sono sereno, non soffro più di tanto pressioni o responsabilità. Non vedo l’ora di giocare e aiutare la squadra, sia che giochi titolare sia che parta dalla panchina. Devo pensare a trovare spazio e crescere. Il presidente Mirri è una persona speciale: tutta la società mi ha accolto benissimo, Sagramola e Castagnini ci guidano tanto e ci danno consigli. Esattamente come fa Boscaglia: spiega in modo semplice cosa vuole. Per un giovane, così è più facile imparare i trucchi del mestiere”.

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