Il piano d’investimenti “Italia veloce” comprende otto opere strategiche che dovrebbero migliorare le infrastrutture e i trasporti in Sicilia. I punti in questione sono l’alta velocità ferroviaria tra Palermo e Catania, il collegamento in treno con l’aeroporto Fontanarossa, le tratta tra Messina e il capoluogo etneo e Siracusa, la Palermo-Trapani via Milo, la diga di Pietrarossa, l’ammodernamento dell’A19 Palermo-Catania, la Ragusa-Catania, il «potenziamento» dell’Agrigento-Caltanissetta.

In evidenza sicuramente l’alta velocità ferroviaria tra Palermo e Catania, con l’obiettivo di 1 ora e 45 minuti di viaggio. Come scrive GdS.it, non se ne parlerà prima del 2025. Attualmente è aperto un cantiere, sul tratto Catania Bicocca-Catenanuova, 40 chilometri di raddoppio ferroviario per un investimento da oltre 400 milioni di euro: nel 2021 dovrebbe essere attivato il primo binario veloce, nel 2023 il secondo, e tra cinque anni l’opera dovrebbe essere terminata.

Il viceministro a Infrastrutture e Trasporti Giancarlo Cancelleri di “Vittoria di tutti” e considera il decreto Semplificazioni “una rivoluzione che potrà sbloccare moltissime opere, a partire da quelle inserite nel contratto di programma di Anas e Rfi. Ma al momento non c’è spazio per il ponte sullo Stretto. Se devo collegare due deserti infrastrutturali, come sono attualmente Calabria e Sicilia, non sono d’accordo. Se si comincia a investire in modo massiccio in quelle due regioni, allora non sono ideologicamente contrario. Ho avuto modo di leggere il progetto del tunnel subalveo di Giovanni Saccà e potrebbe rappresentare una valida alternativa al ponte”.

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