Il ritorno di Silvia Romano non è stato proprio tranquillo. Al suo arrivo a Milano tantissime persone l’hanno accolta con immensa gioia e tanti applausi, molta altra gente invece in queste ore sta aprendo una vera e propria campagna d’odio contro la giovane cooperante italiana, rientrata proprio ieri nella sua abitazione nel quartiere Casoretto della città milanese. Odio che è ingiustificatamente legato al riscatto che la nazione ha pagato per la sua liberazione (circa 4 milioni di Euro) e sopratutto alla sua conversione all’Islam.

Un Consigliere comunale di Asolo ha scritto “Impiccatela” su un suo post su facebook con la foto della nostra connazionale. Questo è stato il gesto più disumano registrato in queste ore, ma non è l’unico purtroppo. Sui social, luogo in cui ormai davvero a tutti viene dato il diritto di parola, si è scatenata una specie di cacci all’uomo con insulti e minaccie di morte continue.

Questo è il motivo per cui il responsabile dell’antiterrorismo di Milano Albero Nobili, ha aperto un’inchiesta contro ignoti per minacce aggravate. La Prefettura della città è già a lavoro e ha inviato forze dell’ordine e agenti di polizia a sorvegliare il quartiere in cui Silvia Romano vive con la sua famiglia. Gli Agenti, una volta arrivati in loco, rallentano vistosamente con la macchina per monitorare la situazione. Nella giornata di ieri, riferisce l’agenzia Ansa, addirittura i Carabinieri erano fermi davanti l’abitazione, mentre oggi i controlli sono meno peculiari e si “limitano” al passaggio continuo delle volanti della Polizia nel quartiere Casoretto, ma senza presidio assiduo.

Ancora appesi sul portone dell’abitazione, sono i messaggi di bentornata per la giovane cooperante. Aperta è ancora la finestra dalla quale Silvia si è affacciata due giorni fa per salutare chi in questi 18 mesi ha tifato per lei e per il suo ritorno.

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