Come cambierà le priorità delle nostre spese: più cibo e salute, meno svago
L’impatto della clausura sui nostri stili di vita lascerà una impronta nei consumi degli italiani: alimentare, sanità, logistica e cura della casa guadagneranno terreno a discapito di tempo libero, mobilità e moda. Ecco il portafoglio delle famiglie prima, durante e dopo la crisi.

L’articolo di Raffaele Ricciardi su Repubblica, riprende un interessante studio della società di consulenza e analisi economica Prometeia.
Lo studio si è concentrato su quale sarà lo stile degli italiani dopo la pandemia. Se ci saranno le stesse priorità di spesa oppure investiremo i nostri soldi in altri settori, privilegiandone alcuni e penalizzandone altri.
Le spese degli italiani hanno sicuramente subito delle variazioni durante la gestione dell’epidemia: si modificheranno anche durante la gestione del dopo coronavirus? La risposta è si.

avremo “una scala di priorità dei consumi probabilmente diversa”. Tre fattori incanaleranno su nuove piste le nostre scelte di consumo: il distanziamento fisico, la riduzione del reddito con conseguente priorità data alle spese obbligate, la paura.

C’è stato un crollo medio di oltre il 20% negli acquisti degli italiani: articoli come abbigliamento, giochi e calzature hanno subito un dimezzamento mentre alimentare e farmaceutica hanno tenuto.
I beni di prima necessità e a tutela del rischio di contagio sono stati la prima voce di incremento: gli alimentari sono cresciuti da 527 a 620 euro al mese per famiglia; le spese sanitarie da 124 a 130, quelli per la cura della persona da 38 a 41 e per la cura e sanificazione della casa da 34 a 39. Paura, prudenza e voglia di farsi un magazzino domestico hanno spinto in questa direzione.
Le proiezioni per il futuro parlano di spese sanitarie ancora in aumento mentre per la spesa alimentare ci sarà probabilmente una lieve flessione (545 euro), ma comunque più alta rispetto al pre-covid. Stesso discorso per la cura della casa e della persona.

E nei prossimi mesi aumenteranno le spese legate alla connessione ed alla tecnologia, che nei mesi di emergenza sono rimaste sotto controllo proprio per l’incertezza economica che ha scatenato l’epidemia. Questo perchè la casa avrà un ruolo sempre più centrale nella vita di ognuno.
gli italiani guardano con interesse soprattutto tablet e e-book (+54%), ma anche telefonia (+5,7% di intenzioni d’acquisto sul mese precedente), PC e accessori (+10,8%), fotocamere e videocamere (+4,7%).

Ci sono settori che sono crollati, come il turismo, il tempo libero fuori casa(da 494 a 165 euro al mese per famiglia) , i centri di cura della persona(da 49 a 12 euro) e i beni come moda e accessori(da 247 a 104 euro).

Dice Prometeia: “la spesa media resterà ben al di sotto dei livelli pre-Covid, con conseguente impatto prolungato sia nella fase di emergenza che in quella di gestione”. Confrontando la fase pre-Covid con la fase di gestione, per il “Tempo libero fuori casa” si stima una spesa media mensile per famiglia che passa da 494 a 328 euro, mentre per i “Servizi per la cura della persona” si va da 49 a 39 euro. il turismo ancora non vede la fine del tunnel: se nel complesso, ad aprile, c’è stato un mini-rimbalzo delle intenzioni d’acquisto del 5% (dal -30% di marzo), per quel che riguarda viaggi e vacanze abbiamo assistito a un ulteriore crollo del 20,7% che segue il -43% fatto tra febbraio e marzo, in piena emergenza. La possibilità di tornare a fare sport aiuta il settore delle attrezzature e dell’abbigliamento dedicato (+13,4%), mentre la permanenza forzata a casa ha fatto riscoprire la passione per il fai-da-te: la propensione all’acquisto in questo segmento si è incrementata del 19,5% rispetto a marzo”.

In sostanza, concludono gli analisti, “con buona probabilità non torneremo mai a consumare come prima”.
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