Un’ora in fila per l’esame: “Rientrati, non untori”
Una lunga coda di auto nel parcheggio della Casa del sole. Duecento prelievi al giorno.
Chi viaggiava in Svezia, chi sta per diventare papà. ” La nostra quarantena dura un mese”.
“Spero di ricevere l’esito prima che nasca la mia bimba. Vorrei prenderla in braccio e stare accanto a mia moglie”.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Eccoli, gli “untori”: in fila, ordinati, dentro le loro auto. Eccoli, ragazzi, studenti, lavoratori e turisti rientrati nelle settimane scorse in Sicilia mentre aspettano il turno per sottoporsi al tampone.
Inizia così l’articolo di Giorgio Ruta che raccoglie le testimonianza di tanti palermitani rientrati in città dopo l’inizio di questa epidemia.
C’ chi ha dovuto attraversare mezza Europa, chi ha fatto scali in tanti aeroporti e chi ha la moglie in procinto di partorire è sceso da Monza. Ma anche chi ha affrontato il viaggio in macchina.
Adesso si sono presentati, dopo la quarantena, presso i due presidi approntati, Casa del Sole e Guadagna, per fare il tampone di controllo.
Secondo i dati forniti dall’Asp, nei due centri di riferimento per Palermo, si fanno circa 200 tamponi al giorno, per i 2000 che si sono registrati sul portale della Regione, scrive il giornale. Qualche intoppo, qualche ritardo e parcheggi pieni già alle 10 del mattino per questi siciliani considerati degli untori.
E tutti sono d’accordo sulle difficoltà che questo rientro gli ha procurato, e non solo fisiche: “Macché untori, se siamo qui è perché siamo seri. Sono rimasto a casa per quindici giorni, poi ho aspettato di essere chiamato per il controllo e adesso dovrò attendere il risultato restando in isolamento. La quarantena si allunga a un mese”.
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