Quelle partite impossibili ai confini del pallone.
Una domenica fra il web e l’etere per contrastare l’astinenza da sport.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Questa è una storia di passione e perversione, ma più che altro di astinenza. Scoprirsi nudi all’inizio del weekend, senza calcio, e cercarlo ovunque, negli interstizi della rete, nelle pieghe più remote dell’etere.
Inizia così l’articolo di Maurizio Crosetti che ironizza sull’astinenza da calcio che ha invaso il popolo italiano costretto a casa dalle misure di prevenzione in questi giorni di emergenza coronavirus.
Ed il web viene i soccorso perchè possiamo goderci lo spettacolo della finale della Castle Lager Challenge Cup dello Zimbabwe e leggere i commenti sulla chat dedicata (Gianmarco: «La coppa è di latta, vale di più il cerchione della mia Panda»).
O ancora deliziarsi per una gara di calcio a 7 thailandese dove il livello qualitativo è inferiore alla terza categoria calabrese, scrive Crosetti.
Senza calcio c’è calcio eccome, perché l’essere umano ha davvero mille risorse. Grazie a Calciatori Brutti , abbiamo potuto vedere una sfida del campionato boliviano o una partita della terza divisione messicana.
Ma c’è un calcio che non si ferma ancora, in Turchia e Russia, Kazakhstan e Bielorussia, Sudamerica (solo in alcuni Paesi) e Africa. Ma chissà fino a quando.
E in tv tante repliche di un tempo appena trascorso che in questi giorni di grande emergenza sembrano di mille anni fa…con quell’effetto straniante e doloroso della vita di prima, tutti noi sani e inconsapevoli del futuro come sempre, tutti noi felici nella calca da stadio, quanto pagheremmo per esserci adesso.
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