Dario Mirri Palermo

Mirri, Chapeau! Così parla un vero Presidente. Il riferimento è alle dichiarazioni del numero uno del club rosanero, rilasciate ieri in esclusiva per Gold 78 nell’intervista di Carlo Cangemi. 

Stuzzicato sulle lamentele turbolente dei tifosi, ormai stufi della gestione Pergolizzi (a loro dire di poca qualità) Mirri ha mostrato a tutto il calcio italiano, come parla un vero Presidente. Unità, solidarietà, schiettezza. L’imprenditore palermitano è stato tutto questo nelle sue dichiarazioni, roba rara ormai nel calcio italiano di oggi, dove regna l’ipocrisia.

“Rosario Pergolizzi è uno dei pochi che non è stato raccomandato per fare l’allenatore del Palermo. Abbiamo subito decine di pressioni e raccomandazioni attorno a luglio, quindi queste potenziali alternative a Pergolizzi, in quell’epoca hanno fatto di tutto per essere preferiti a Pergolizzi. Rosario è stato scelto per meriti, siamo convinti, rispetto alla categoria in cui siamo, non è certamente Mourinho, come Mirri non è Agnelli, ma per noi è un ottimo allenatore. Ha fatto 10 vittorie. Sbaglia, come sbaglio io e come sbaglia ogni essere umano. Io credo che lui stia dimostrando una pazienza pazzesca, lui si sta prendendo delle responsabilità, sa bene che deve vincere, se non vince, andrà a casa, ma per primo ci andrà il presidente, perché il Palermo non può non andare in Serie C. Quindi, eventualmente, prima di Rosario Pergolizzi, va a casa Dario Mirri”.

E’ dunque arrivata la legittimazione pubblica, che in molti avevano richiesto dopo i rumors ambigui sul futuro del tecnico rosanero. Credo che Pergolizzi non avrebbe potuto chiedere di più al suo Presidente, parole di stima e di cruda realtà: Non sei Mourinho, ma neanche io sono Agnelli. Insomma, sbagli tu come sbaglio io, siamo tutti sulla stessa barca. Mica banale, in un mondo in cui c’è sempre una caccia al colpevole, quando le responsabilità in realtà dovrebbero essere suddivise tra tutte le componenti di una società.

Ecco, ieri Mirri ha mostrato il suo miglior lato da imprenditore: colui che ha ben chiaro che in un’azienda l’unità di intenti è fondamentale e se ti metti al pari dei tuoi impiegati, ti “sporchi” delle loro stesse frustrazioni, saranno sempre motivati a dare il massimo per la tua impresa.

E’ evidente che ai più, le parole di Mirri non avranno suscitato grandi sensazioni, ma in uno spogliatoio pesano come un macigno. Il tecnico è stato più che legittimato dalla società e ora la palla passa ai giocatori che non hanno più alibi.

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