Mi alzo da poco, dopo una mattinata alquanto impegnativa. Apro gli occhi, capisco dove sono e “tac!” come un fulmine a ciel sereno ecco riecheggiare nella mia mente quella sconfitta di ieri che fa ancora male, ma non a livelli eccessivi. Brucia si, ma bisogna stare più che sereni.

La sconfitta, fa male, ma non nei riguardi di un campionato fin qui condotto egregiamente. Il tifoso rosanero farebbe bene a pensare alla prospettiva. Difficile pensare che la squadra di Pergolizzi  possa subire la botta psicologica di questa sconfitta e andare in contro ad un “trend” negativo. Troppa l’esperienza, troppa la qualità per inciampare in uno scenario simile.

Ma in futuro, magari in serie C, il prossimo anno, il livello sarà questo e anche peggiore forse. Niente tremori alle gambe, niente paure nel vedere di fronte a sé un teatro splendido come il Barbera riempito da 20.000 persone, niente passerelle dell’avversario sotto la Nord per ricevere applausi di riconoscimento.

Anche il Licata era squadra vera e in casa il Palermo si è imposto per 2-1, con sofferenza, ma alla fine l’ha portata a casa, con merito. Domenica non è andata così, contro un Savoia che ha fatto la guerra e ha giocato sul nervosismo degli avversari i quali, con immaturità, si deve riconoscere, hanno permesso che ciò accadesse. É bello aver cambiato routine, perché anche la felicità reiterata può diventare noia, é bello per noi che cambiamo per una Domenica canovaccio, per Pergolizzi, che forse così potrà davvero rendere veritiero il suo credo: “Il campionato sarà aperto fino all’ultima giornata” e infine sarà un po’ meno bello, ma accettabile per i tifosi che diranno: “Ci sta dopo 10 vittorie di fila”.

Non va bene per la prospettiva, per chi pensa già ad un futuro in serie C (e chi non lo pensa diciamocelo francamente) e sa che in quel posto le guerre non saranno 3 o 4 in ben 10 giornata, ma 10 in altrettante gare. Pensate che Mirri e il suo staff camminassero a testa bassa e un po’ frastornati perché preoccupati della Palmese? O perché sia imminente un tracollo della squadra? Non di certo. Chi ragiona in prospettiva, fa bene ad essere un po’ agitato. Non preoccupato, é presto, ma agitato.

Con affetto, Manuele Nasca

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