La rinascita. Il nuovo corso avrà il dovere di attrarre nuovi investitori.

Nell’articolo di Giuseppe Bagnati sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola, un parallelismo fra passato e presente, fra l’ultimo fallimento e quello di oggi. La consapevolezza che forse oggi è ancora più difficile rispetto a 32 anni fa quando la società, affidò a Caramanno le mani della squadra che però ebbe diversi mesi per costruire una compagine a sua immagine e somiglianza scegliendo personalmente 14 giocatore e resistendo a tutte le raccomandazioni possibili.

Oggi sarà più difficile perché il tempo è molto meno e c’è la clausola degli under. L’articolo prosegue poi analizzando quelle che saranno le potenzialità della nuova proprietà con Mirri che è stato chiaro quando ha detto che in serie B ci può arrivare e che poi si vedrà. Dunque serviranno nuovi investitori e la storia di Sensi e Zamparini dimostra che probabilmente questi dovranno venire da fuori, nuovi colonizzatori.

Ma il problema dei colonizzatori, scrive Bagnati, è che non essendo legati sentimentalmente a Palermo, potranno disfarsene con facilità; il vero problema dunque è la durata. Un’altra sfida è legata ai tifosi ed ha ragione Mirri quando dice che forse lo zoccolo duro è rappresentato da cinquemila tifosi perché i palermitani è risaputo, dopo i primi momenti di entusiasmo, si allontanano. Sono quelli scrive Bagnati che l’indimenticabile Ferruccio Barbera definiva nemici della contentezza cioè quei palermitani che non sanno gioire delle cose belle della città, compreso il calcio.
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