La nostalgia è negazione, negazione di un presente infelice. (Woody Allen, Midnight in Paris, 2011)

Tra le poche ore di sonno notturne e l’entusiasmo di una nuova, importante trasferta, è interessante buttar giù due righe.

Quella di oggi (questa volta veramente, non è una frase di rito) è a tutti gli effetti la partita più importante per il Palermo. Un dentro o fuori per la promozione diretta. Un passo falso, mai come oggi, significherebbe perdere tutte le certezze, quelle poche ormai rimaste. 

Il ritorno di Delio, la nostalgia di un passato che non c’è più. Premesso che i grandi cavalli di battaglia che ritornano, nell’80% dei casi, falliscono. Forse perché il ricordo è troppo bello e le aspettative alte, ma spesso non si conclude con l’idillio tanto atteso e il dolce ricordo si trasforma, il più delle volte, in silenziosa delusione. Quello di Delio Rossi però è un ritorno importante, un ritorno di un uomo che, nonostante le tante panchine e le tante presenze, ha fatto una scelta: rischiare. Ma rischiare insieme al Palermo e a questa gente che adesso è convinta: è l’allenatore più amato di tutti i tempi. Ma, tuttavia, cosa ha da perdere il nostro Delio? Vincendo, otterrebbe la conferma della sua grande qualità, qualora essa fosse stata messa in dubbio negli ultimi tempi. Perdendo, quindi fallendo, le responsabilità di sicuro non sarebbero al 100% sue. Lo stesso Foschi, un po’ criptico in questa circostanza, durante la conferenza stampa di presentazione di Delio Rossi lo ha ammesso: ‘’Se ad inizio anno ci avessero detto che saremmo arrivati ai playoff, saremmo stati contenti, oltretutto dopo quello che è successo’’. Eppure questo sapora molto di alibi, un chimerico alibi che oggi fa comodo, ma che visti i rischi, non si può più accettare.

Il Palermo ha il dovere di crederci e di buttare il sangue sul campo (come dice Moreo, ndr). Prestazioni come quelle contro il Padova non sono minimamente ammesse. Perché si, tutti siamo pronti a trovare un capro espiatorio quando le cose vanno male, ma guarda caso è sempre un fattore esterno al campo. Un po’ come quando si gioca a tennis o a golf. Se le cose vanno male è perché le condizioni meteo non sono ottimali, il campo non è nelle migliori condizioni, la compagnia di gioco non consona. Mai, o almeno difficilmente, ci si autoaccusa.

Un’analogia la ritrovo: Stellone avrà sicuramente commesso svariati errori, soprattutto nelle ultime gare dove è stato sotto gli occhi di tutti che al Palermo mancava un’identità di gioco. Tuttavia però come diceva il buon Fabio Capello (che qualcosa nella sua vita l’ha vinta): ‘’Si possono fare tutti gli schemi tattici e tecnici di questo mondo, ma in campo scenderanno sempre i giocatori’’. 

E’ chiaro che nell’ultima gara in particolare, diversi rosanero sembravano quasi disorientati. Ma se, come abbiamo sempre detto, questa è una squadra più forte delle altre, allora al partita la devi vincere pure se giochi con Rajkovic punta e Falletti terzino. 

In conclusione: maggiore grinta, più qualità, più ordine in campo. Dovrebbero e potrebbero essere questi gli ingredienti per affrontare questo nuovo ‘’minicampionato’’ che inizia oggi, alle ore 15 all’Armando Picchi di Livorno. Un mini campionato che già da oggi, però, potrebbe cominciare a dare le sue prime sentenze. E tutti noi ci auguriamo che non siano negative. 

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