Palermo

L’inizio di campionato del Palermo non è stato dei migliori, e su questo c’è davvero ben poco da discutere. I tre punti conquistati dai rosa in sei partite evidenziano una media punti che non può affatto rispecchiare ciò che dovrà essere il cammino dei siciliani da qui in avanti.

Già nella partita contro il Catania gli uomini di Roberto Boscaglia hanno iniziato a far intravedere qualcosa di nuovo, capace di suscitare gli animi sopiti dei tifosi delusi da prestazioni sottotono contro squadre all’altezza dei rosanero. La caparbietà mostrata nel derby permette ai calciatori palermitani di avviare una base su cui poter ripartire in vista delle prossime partite indubbiamente impegnative.

Fin qui i rosa hanno avuto tutta una serie di difficoltà oggettive, e altre di natura maggiormente tecnico-tattica, che ne hanno fortemente limitato il percorso in campionato.

Si è già parlato abbastanza dei problemi legati all’incertezza creata dagli esiti dei tamponi, che molto spesso si sono auto-contraddetti nel giro di pochissime ore; si è parlato altrettanto delle difficoltà realizzative degli attaccanti, criticando – anche duramente – la società per non aver comprato ciò che serviva in avanti a dispetto di una squadra costruita con criterio e qualità tra difesa e centrocampo; sono stati evidenziati pregi e limiti tattici del modulo portato avanti da Boscaglia, il 4-2-3-1, e sono state avanzate varie ipotesi in merito all’approccio tattico che potrebbe sostituire l’attuale schieramento.

Sono stati trattati, in buona sostanza, quasi tutti i punti che potevano essere toccati e chiunque dovesse finire sul banco degli imputati c’è già finito. Adesso, dopo il derby eroico contro il Catania, inizia un nuovo campionato del Palermo, e l’unica soluzione ai problemi dei rosanero sta in sole sei parolepessimismo della ragione, ottimismo della volontà.

Ragionevolmente il Palermo è in difficoltà perché la classifica è fortemente compromessa, ragionevolmente manca qualcosa in attacco, ragionevolmente il modulo portato avanti dall’allenatore crea in certi momenti alcuni squilibri difficili da gestire se non si è al meglio sotto l’aspetto fisico: su questo c’è realmente ben poco da obiettare.

Ma, al di là di ogni più ragionevole ragionevolezza, c’è un aspetto mentale che non dobbiamo trascurare e che, anzi, deve servire da trampolino di lancio per superare tutti i limiti che ragionevolmente si è riusciti ad individuare all’interno di questa squadra: la volontà. Con forza e volontà ottimistica la squadra è riuscita a superare quella che è stata, fino a questo momento, la partita più difficile della ragione, ovvero il derby di Sicilia, e nella stessa maniera adesso bisogna approcciare i match che verranno.

Si deve esser coscienti dei propri limiti, ma questi non devono diventare degli alibi: al contrario devono essere uno sprono per far sì che l’impegno, la volontà, sia maggiore in ognuna delle componenti ambientali che circondano il Palermo. Solo col pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà è possibile individuare i propri errori e superarli senza finire per piangersi addosso, peggiorando esclusivamente la situazione.

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