Ieri pomeriggio abbiamo assistito (anche se solo per tre quarti di partita grazie ad Eleven  Sports, non nuova a queste prodezze) all’esordio casalingo del Palermo che immaginarlo così dopo la partita di Terni, sfido chiunque a crederci (se non lo avesse visto coi propri occhi).
Tanta grinta in Umbria e tanta abulia ieri; e si è visto subito dalle prime battute che l’Avellino avrebbe portato via i tre punti dal ”Barbera”, come non aveva fatto mai nei vari campionati dove aveva incontrato il Palermo.

L’aggettivo da usare nella sconfitta di oggi non è “imbarazzante” ma…

Quello che non si poteva immaginare è che lo facesse con tanta facilità come poi è successo.
Si pensava che la batosta di Teramo fosse un incidente di percorso dovuto all’esordio in Serie C, ma ieri probabilmente si è fatto pure di peggio.
Naturalmente tutti, sia tifosi che addetti ai lavori, ci stiamo chiedendo il perché.
Per quanto mi riguarda, visto che mi occupo di calcio da ben 73 primavere, come direbbe Toro Seduto, i problemi di questa squadra saltano subito agli occhi.

E’ vero o no che quando si sbandiera ai quattro venti che l’obiettivo è la promozione in Serie B, si deve costruire una squadra con una difesa ferrea, un buon centrocampo e un paio di goleador di categoria?
Direi di si soprattutto quando in società c’è un presidente tifoso, un amministratore delegato tra i più esperti in Italia, un direttore sportivo anch’esso espertissimo ed un allenatore di categoria superiore che accetta di sposare un programma ambizioso; il tutto condito dall’avere a disposizione ben sei mesi per programmare.

Palermo ancora in fase di sperimentazione, ma i punti persi già pesano

Invece vediamo in tre partite cosa ha ottenuto questa squadra: due sconfitte e un pareggio. Quattro gol subiti e nessuno realizzato: un misero punto in classifica.
Il dott. Sagramola ha sostenuto che affermare che il Palermo non ha fatto mercato sarebbe come negare un’evidenza; bene in queste tre partite abbiamo visto una difesa di burro, un centrocampo confusionario e un attacco formato da due ragazzini con nessuna esperienza di campionati professionistici e un attaccante di 32 anni che in carriera ha fatto al massimo nove gol; in più giocatori che sono arrivati alla spicciolata senza alcuna preparazione ma soprattutto senza giocare mai insieme.

C’è da chiedersi, a chi giova tutto questo? La dirigenza, allenatore compreso, sapeva bene che in queste condizioni si sarebbe andati incontro a quanto sta avvenendo… eppure ha perseverato; sapeva altrettanto bene che ostinandosi a non prendere nemmeno un attaccante da 20 gol le difficoltà sarebbero emerse subito… eppure ha perseverato, perché?
Un allenatore del calibro di Boscaglia si presume che oltre ad uno stipendio di un certo tipo abbia chiesto delle garanzie per scendere di categoria, e non mi pare che gli siano state quantomeno completate.

Si è sbandierato con poca chiarezza un certo budget che poi non era solo per il mercato e c’è anche qualcuno che ora potrebbe obiettare ad alta voce che lui i soldi per comprare i giocatori li voleva mettere ma non solo gli è stato negato ma è pure stato contrastato.
E allora, ripeto, a chi giova tutto questo?
Non certo al Palermo e tanto meno ai suoi appassionati e tuttora pazienti tifosi.
Occhio che il non parlare chiaro è costato al Palermo la seconda cancellazione della sua storia e le lune di miele sono molto ma molto brevi.
A voi ma soprattutto a chi di dovere le risposte ai quesiti posti.
Ad ogni buon conto sempre e comunque… Forza Palermo.

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