Pastore Ritiro

Javier Pastore ha rappresentato per diversi anni poesia pura in movimento. Da Palermo a Parigi, El Flaco ha divertito, emozionato, reso il calcio uno sport semplicissimo. In Sicilia, l’argentino è tuttora una leggenda vivente, secondo alcuni estimatori il più grande passato da queste parti.

Anche in Francia, il trequartista ha infiammato il pubblico parigino a suon di dribbling e giocate, specialmente nella sua prima stagione transalpina. Poi l’arrivo dei grandi nomi, da Cavani a Ibrahimovic passando per Verratti ed altri campioni: la gerarchia diventa un macigno ed offusca la fantasia. Ma nel 2014, esattamente il 2 aprile di sette anni fa, Pastore ritorna protagonista assoluto. Contro il Chelsea di Mourinho, El Flaco ne irride la difesa con 2 poi 3 dribbling sullo stretto, per poi calciare di precisione sul primo palo battendo Cech. Spettacolo per gli occhi, che intendiamo farvi rivivere con il video qui sotto.

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Javier Pastore, cronaca di giocate fuori dal comune

Certamente, il Flaco ha collezionate tante giocate di tal calibro, diverse mostruose e imprevedibili. Viene la pelle d’oca ripensando allo scambio di passaggi Pastore-Hernandez (altro predestinato), contro un Bologna stordito ma poi graziato a due passi dalla porta.

E ancora, resta impressa l’invenzione filtrante di Nocerino per il Flaco, che in quel di Firenze ha poi depositato in porta dopo il dribbling sul portiere. Quella volta il Franchi si alzò in piedi per lui, mentre applaudiva la banda Delio Rossi che divertiva facendo calcio. Di quei tempi, Pastore fracassava la porta della Nord con un destro da fuori all’incrocio, ancora contro il malcapitato Bologna. Anche i cronisti Sky ne erano convinti e lo urlavano a gran voce: “Questo è un fenomeno“.

Flaco, un presente poco fortunato

In Coppa Italia contro il Parma, gara vinta dai rosa solo ai calci di rigore, Pastore prendeva palla e saltava tutti come birilli sul parquet, anzi come paletti sul prato. Qualche volta si perdeva in un millisecondo, in altre occasioni spariva dal campo non correndo come nelle serate e giornate di gala. Ma El Flaco sapeva poi accendersi d’improvviso, come al “Via del Mare” contro il Lecce, dove il suo piazzato valse il pareggio momentaneo che portò poi al 2-4 nel giro di appena 5 minuti. Era un Palermo folle, che creava e subiva tanto, e Pastore ne era l’esempio paradigmatico e più creativo.

Oggi, alla Roma, gli acciacchi hanno deturpato la bellezza del suo calcio e ne fanno un giocatore dimenticato, quasi un ex calciatore. Cosa che, nel bene o nel male, Pastore non può essere. Da quelle parti si parla di investimento sbagliato, fallimentare. I tifosi giallorossi vorrebbero rispedirlo indietro, ovunque purché lontano dalla Capitale. Storia strana, strana davvero. In Sicilia, infatti, c’è ancora qualcuno che sogna di vederne un ultimo dribbling, un ultimo colpo di tacco, un ultimo passo di tango.

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