Se il Palermo fosse una squadra attendibile
Un articolo di Tullio Calzone sul Corriere dello Sport (Pecchia conta i giorni per la A) ci ha portato a fare un’amara riflessione. Nel pezzo si parla della quota necessaria per la promozione diretta, per il secondo posto. Si fa una statistica rispetto agli ultimi quattro tornei di B, quelli disputati a 20 squadre. Un’analisi che avevamo fatto anche noi in passato, nel mese di febbraio, (I punti necessari per il secondo posto negli ultimi anni di B),quando i rosanero avevano recuperato tanti punti ed erano a ridosso del Parma. Poi la musica è cambiata ed oggi ci troviamo a fare altre analisi, a lottare per altri obiettivi importanti ma meno nobili.
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Nell’articolo, come nel nostro, si ipotizza una quota di 70 punti come garanzia, in passato, per raggiungere la promozione diretta alle spalle della capolista. E quest’anno, difficile ma possibile, la quota potrebbe addirittura scendere viste le tante squadre in lotta per la seconda piazza e gli scontri diretti in arrivo nelle ultime 8 giornate. Un ragionamento di questo tipo, parlare di 70 punti come cifra promozione consentirebbe di tirar dentro nella lotta anche il Palermo (e il Catanzaro ovviamente). E se la matematica dice che sarebbe corretto, la logica, la realtà e le prestazioni non consigliano sogni di nessun tipo.
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Insomma se il Palermo fosse una squadra attendibile, la matematica consentirebbe speranze e sogni di altra natura, ma purtroppo la storia del campionato ci ha detto che l’attendibilità e la continuità non sono proprio l’arma migliore di Corini e dei suoi giocatori. E verrebbe anche da dire: se il Palermo fosse stata squadra attendibile. Perchè, assurdo ma vero, visti i risultati del turno appena concluso, anche dopo sconfitte e batoste, sarebbe bastato battere il Venezia per riaprire incredibilmente scenari di altro tipo. Ma così non è stato… perchè non è attendibile. Poi, chissà, i miracoli a volte accadono
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