Palermo – Marino, l’allenatore dei 35 giorni: in rosa senza mai andare in panchina
Il tecnico del Bari venne ingaggiato dal club targato Arkus, portato al fallimento dai fratelli
Tuttolomondo.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Alessandro Geraci parla del ritorno di Pasquale Marino in Sicilia, un cerchio che si chiude con il tecnico che è stato spesso vicino a far parte dell’organigramma rosa. “Promesso sposo” della panchina rosanero per la stagione 2019/20, il suo sogno di guidare il Palermo non si concretizzerà a causa della radiazione della società di Viale del Fante.
Il 5 giugno di quell’anno venne sollevato dall’incarico Delio Rossi, e due giorni dopo venne presentato Marino, preferito a Vivarini e, per uno scherzo del destino, proprio a Corini, attuale allenatore rosanero. Presenti anche Fabrizio Lucchesi e Roberto Bergamo in sala stampa, quest’ultimo a rappresentanza della Arkus Network (società che non verserà mai i 5 milioni di euro per ripagare i debiti dei Tuttolomondo).
Marino, oltre che da allenatore, è stato molto vicino ad entrare nella rosa del Palermo da giocatore. Bisogna tornare nel 1985, quando stava per passare dall’Akragas ai rosa per compiere un importante salto di qualità. Era già tutto fatto, ma l’omicidio di stampo mafioso del presidente Parisi bloccò tutto. Nel 1986, inoltre, il Palermo fallì, anche in seguito allo scandalo del Totonero-bis.
La storia e la sfortuna gli hanno sempre negato il sogno di essere rosanero per davvero. Adesso, però, Marino è chiamato a fare risultato per una piazza delusa dal percorso che il Bari ha realizzato fino a questo punto in questa stagione. Il suo 4-3-3, però, non dona garanzie, nonostante gli acquisti di Lulic, Puscas e Kallon. La sconfitta contro la Reggiana nell’ultima giornata di campionato ha acceso qualche campanello d’allarme. Non è ancora momento di dentro o fuori, ma la gara del Barbera potrebbe portare consiglio alla dirigenza biancorossa.
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