Palermo Corini

Palermo: analisi tattica della squadra di Corini

C’è una squadra in Serie B che sta cercando di risalire la china dopo anni di buio, tra delusioni, fallimenti e rinascite. Si tratta del Palermo, che in passato si è posta sul calcio italiano come una realtà in grado di esprimere qualità di gioco e competere ad alti livelli, fino persino a poter iniziare ad assaggiare il gusto delle competizioni europee. Oggi i rosanero militano in Serie B e il loro allenatore, Eugenio Corini, sta cercando di imprimere la propria orma tattica sulla squadra, che quest’anno è tra le più forti della categoria. Infatti stando ad addetti ai lavori e media, oppure alle varie quote sul risultato esatto delle partite e altri mercati, la squadra di Corini alla vigilia dell’inizio del campionato cadetto era tra le maggiori candidate a un posto per la promozione in massima Serie. E il gioco, e ovviamente i numeri, stanno dimostrando di meritare un finale felice e il ritorno in Serie A. Ma come gioca il Palermo? Come Corini ha plasmato la squadra dandole certezze tattiche che stanno permettendo di segnare tanto, subire poco e vincere con regolarità?

Come gioca il Palermo di Eugenio Corini

Innanzitutto il modulo di riferimento. Corini parte di base da un 4-3-3, a differenza del 3-5-2 che ha caratterizzato gran parte della stagione scorsa. Ma soprattutto, come molti nel calcio moderno scelgono, preferisce che il suo gioco si avvii dal basso, costruendo l’azione di gioco palla a terra con le prime trame a partire da portiere e difensore. Buon per lui che in porta si trova Mirko Pigliacelli, portiere dalle ottime doti tecniche in parata ma dotato anche di buonissimi piedi e una gestione della palla ottima. A partire dalla difesa dunque, l’atteggiamento dei rosanero è tutt’altro che remissivo o di attesa. Anzi. Eugenio Corini vuole che la sua squadra sia aggressiva e votata all’attacco, portando diversi giocatori a partecipare alla fase offensiva, così da raggiungere gli obiettivi che la società rosanero si pone, innanzitutto quella di poter gareggiare ad alti livelli per raggiungere la Serie A.

Passata la palla dai difensori, questi cercano di spostare il gioco sulle corsie laterali, sfruttando la qualità di Di Mariano o Insigne a scambiare con i terzini e le mezze ali, in una triangolazione che porta al gioco sulle fasce e al cross al centro per la testa di Brunori o premiando gli inserimenti di Vasic o Segre. Il Palermo, infatti, punta forte sull’uso del cross grazie a giocatori ben strutturati e capaci di attaccare lo spazio in maniera eccellente e con tanti uomini. Infatti di solito, oltre all’attaccante di riferimento, si aggiungono negli ultimi 16 metri anche l’esterno opposto al cross e almeno una delle due mezzali creando così densità in area e una maggiore possibilità di arrivare al tiro.

C’è poi la fase di non possesso che è basata su un ripiegamento repentino dei giocatori mirato alla massima copertura del campo. Naturalmente l’obiettivo numero uno in questa fase è quello di non concedere campo agli avversari in modo da non sbilanciarsi troppo e lasciare praterie aperte dove è facile infilarsi. Ecco perché Corini cerca sempre di piazzare i suoi in modo tale da impedire, o quantomeno limitare il giro palla avversario.

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