Palermo, conca d’oro tra montagne, mare, frutteti e panorami, ha una tradizione calcistica vecchia più di cent’anni, che ancora oggi sopravvive felice grazie all’amore e al supporto dei suoi tifosi. A far da teatro a questo amore, ad aver dato i natali a diverse delle iterazioni con cui il Palermo calcio si è identificato nel corso degli anni, troviamo sempre lo stesso luogo: lo stadio Renzo Barbera o, come lo chiamano gli affezionati, lo stadio La Favorita.

Dal 1932 in poi questo stadio è stato uno degli elementi più importanti della città di Palermo, diventando a più riprese uno dei teatri importanti di partite italiane e non. Anche da un punto di vista meramente pragmatico, questo stadio ha saputo dire la propria ospitando concerti nazionali e internazionali di rilievo: da Claudio Baglioni fino a Frank Sinatra, passando per gli Spandau Ballet e Frank Zappa.

Se abbiamo stimolato la vostra curiosità, fate una visita allo stadio nel vostro prossimo viaggio a Palermo, magari dopo aver usato uno dei depositi bagagli di Palermo per lasciare al sicuro valigie, zaini e borse pesanti, così da godervi leggeri la gita. Oggi ripercorriamo la storia di questa magnifica struttura, scoprendo il perché del suo nome e soprattutto del suo soprannome.

Come nasce uno stadio?

Lo stadio comunale Renzo Barbera è il più importante impianto sportivo della città di Palermo. Posizionato a ridosso del Monte Pellegrino e contornato a nord dal parco cittadino, dal 1922 ad oggi il Renzo Barbera ha visto il suo volto cambiare più volte, tra modifiche e ristrutturazioni.

Lo stadio nasce nel 1932 sotto forma di centro polisportivo ed in origine fu chiamato stadio del littorio. Il progetto originale dello stadio era ispirato al razionalismo dell’ingegnere Giovan Battista Santangelo e venne modificato soltanto un decennio dopo, nel 1948. Le ristrutturazioni e le rimodulazioni sono state quasi il pane quotidiano per questa struttura che, più di tanti altri, ha visto il suo volto cambiare più e più volte durante il corso degli anni.

In prospettiva dei mondiali del 1990, ad esempio, lo stadio fu ampliato con un secondo anello, così da poter soddisfare la capienza prevista per il numero di spettatori. Le modifiche senza dubbio più importanti furono quelle del 1984 e del 1988, costate complessivamente circa 43,7 miliardi di lire.

Ma torniamo alle origini dello stadio: all’inizio del ventesimo secolo il Palermo Foot-Club, prima squadra di calcio cittadina, giocava all’interno di un terreno chiamato Varvaro, a poca distanza dal punto dove oggi si trova la corte dei conti di Palermo

Il club prima si trasferì presso lo Stadio Ranchibile, venendo rapidamente ostacolato dalle scarse dimensioni di quest’ultimo; queste condizioni giudicate inadatte alla crescita rapida della squadra fecero preferire al team sportivo un nuovo stadio progettato secondo ordine del regime fascista da Giovan Battista Santangelo nel 1931.

Inizialmente, l’anello più esterno dello stadio era contornato da un campo di atletica leggera sulle quali venivano organizzate le edizioni dei giochi littori; mancavano le due curve e complessivamente la struttura poteva vantare una capienza di 20.000 posti.

L’arrivo de “La Favorita”

Il primo importante cambio di nome avvenne durante il corso del secondo dopoguerra: lo stadio fu infatti rinominato “La Favorita”. Questo titolo, probabilmente ancora oggi ben rimembrato dai più attempati, proviene dal nome della tenuta di Ferdinando I di Borbone, che comprende il terreno dove oggi è posizionato lo stadio.

Nel 1948, in corrispondenza con il cambio di nome, arrivò anche la prima grande ristrutturazione. La più grande modifica fu senza dubbio l’abolizione della pista di atletica leggera in favore della costruzione delle 2 curve, che peraltro si scoprì d’essere previsto già all’interno del progetto originale. Questo aumentò del 35% la capienza dello stadio, permettendo di contenere quasi 42.000 spettatori.

Il 1952 diventò il primo anno di rilevanza nazionale per lo stadio, utilizzato per giocare la prima partita della Nazionale Italiana in città.

Per trent’anni, poi, la situazione rimase sostanzialmente inalterata: lo stadio veniva utilizzato con i suoi limiti e i suoi pregi con un Palermo che pian piano stava risalendo dalle leghe minori a quelle più importanti. Il primo grande evento di rilievo accadde durante il maggio del 1982, con un incendio che si sviluppò lungo la curva sud dell’impianto e che in parte danneggiò la struttura.

L’incendio, appiccato volontariamente dai tifosi in seguito ad una partita dal risultato negativo per chi giocava in casa, avvenne a ridosso di un’importante partita di Coppa Italia. L’incendio portò alla prima ristrutturazione degli anni Ottanta, che oltre a riparare la parte danneggiata creò i presupposti per la costruzione di un secondo anello, permettendo quindi di ospitare fino ad un massimo di 50.000 persone.

Dai mondiali all’attualità

Durante il corso del 1986 lo stadio fu scelto per ospitare un girone dei Mondiali del 1990. La struttura, per quanto recentemente ristrutturata, necessitava di un ulteriore potenziamento strutturale per poter offrire i servizi richiesti dagli organizzatori. Inizialmente si pensò addirittura di costruire una nuova struttura, ma a causa dei fondi limitati si puntò sul potenziamento dello stadio già presente.

I lavori per i mondiali degli anni Novanta stravolsero l’impianto per la terza volta, toccando tanto le fondamenta quanto il più recente secondo anello. Al fine di rientrare all’interno delle norme vigenti per la sicurezza e per l’agibilità degli impianti, il numero di posti a sedere, tribuna stampa compresa, fu ridotto a circa 37.000.

L’inaugurazione del nuovo stadio fu valutata positivamente dal capo organizzatore dei Mondiali, durante la partita per la finale di serie C

Il cambio di nome da “La Favorita” a “Renzo Barbera” avvenne nel 2002, in seguito alla morte dello storico presidente della squadra tra il 1970 ed il 1980.

Da qui in poi, la situazione è rimasta sostanzialmente identica fino ai giorni nostri. La motivazione principale è legata alla volontà dell’allora presidente Maurizio Zamparini di progettare un nuovo stadio interamente di proprietà della società. Tale idea, purtroppo, ha subito diversi rallentamenti ed è definitivamente sfumata quando nel 2019 l’unione sportiva della città di Palermo ha dovuto dichiarare fallimento.

Ad oggi, lo stadio è comunque più bello che mai, grazie anche al FestiGRAFF del 2019, un evento del Palermo Festival con cui si è fatta dipingere la cancellata di 400 metri che racchiude lo stadio da street artist provenienti da tutto il mondo. Andate a darci un’occhiata!

 

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