Palermo e la paura di diventare grande
Qualsiasi essere umano presente sulla faccia della terra ha almeno una paura più o meno recondita. E anche il Palermo è come se avesse una certa strizza. Come se arrivare troppo in alto togliesse totalmente l’ossigeno a una formazione che durante tutta l’annata ha quasi sempre zoppicato nei momenti decisivi e ora si sta mettendo in una posizione alquanto scomoda.
Corini e i suoi, infatti, stanno intraprendendo una strada tortuosa che non porta lontano. Si sono incamminati per il sentiero nominato “dipendere dagli altri”. Si aspetta la sentenza della Reggina, si attende un passo falso da chi sta davanti e quindi clamorosi scivoloni…ma non può essere così. Sinceramente guardano le ultime partite sembra sempre più questa l’impressione. Non ci sono più alibi. Il gruppo non deve più cementarsi (ci sono stati abbastanza ritiri), gli esperimenti sono finiti e ora ci avviamo al termine della stagione.
Un Palermo che si ferma sul più bello
Sarebbe più corretto, quindi, ammettere che effettivamente questa squadra ha dei limiti: tanti se si vuole fare un salto di qualità chiamato in causa da qualche conferenza a questa parte. Se si vuole puntare ai playoff serve giocare il pallone, e anche bene vorremmo aggiungere. Oggi con il Como i primi 20 minuti sono stati di controllo, è vero. Se il Palermo avesse raddoppiato staremmo parlando di altro, anche questo è vero. Ma non è successo: siamo ai soliti se e ma. “Ha grande intelligenza, ma non si applica”. Potremmo leggere questo nella pagella finale dei rosa.
Viene difficile condividere il “abbiamo avuto il controllo della partita”, quando dopo il 25esimo la squadra è praticamente sparita. Una netta involuzione nell’ultima parte del girone di ritorno e oggi in quel di Como, specialmente nella ripresa, si è vista una squadra scarica che allo stesso tempo non ha mai realmente sofferto ma non è stata incisiva. Un disco incantato, un Palermo visto e rivisto in tante occasione durante questo campionato. Tutte le volte che i rosa hanno avuto l’opportunità di azzannare l’avversario e di conseguenza la zona playoff, si sono sempre fermati. Questo è sintomo di timore o meglio ancora…paura di crescere. Per un periodo, quello della vittoria con la Reggina e le partite ad alta intensità, la formazione si era pure avvicinata al quarto posto. Ma manca qualcosa alla compagine di mister Corini e sarà complicato ritrovarlo nelle ultime tre partite. Poi chissà, i miracoli esistono.
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